Piange, racconta la violenza. "Mi sono liberata di un peso"

Processo ad un 38enne di Foglianise: avrebbe abusato di una ragazza dopo averle fatto delle foto

Foglianise.  

A vederla adesso, è complicato pensare che potesse aspirare a diventare una modella. Era il suo sogno, ma quella vicenda ha profondamente inciso la sua vita. Quando si è seduta dinanzi al Tribunale, era comprensibilmente molto turbata. E' scoppiata in lacrime quando, rispondendo alle domande delle parti – il pm Marcella Pizzillo, l'avvocato Mario Villani, che l'assiste, e l'avvocato Domenico Zampelli, difensore dell'imputato -, ha dovuto ripercorrere quei momenti. Un peso che si portava dentro da tempo, dal quale, ad osservarne l'espressione del volto dopo la deposizione, si è finalmente liberata. Almeno questa è stata la sensazione.

L'attuale marito, col quale all'epoca era fidanzata da pochi giorni, l'ha abbracciata. Anche lui è stato ascoltato nel processo a carico di un 38enne di Foglianise, accusato di aver abusato sessualmente della ragazza alla quale aveva scattato delle foto di nudo integrale.

Si tratta di una storia di cui ci siamo già occupati, che si sarebbe verificata il 6 gennaio del 2010 in un casolare abbandonato nella zona della stazione ferroviaria di Vitulano. Teatro di un appuntamento, per un servizio fotografico, al quale l'uomo aveva invitato la giovane, allora diciannovenne, di origini straniere. Un rudere scelto per creare un contrasto – aveva spiegato l'allora 31enne quando era stato fermato ed interrogato dai carabinieri – tra il degrado dell'area e la bellezza del corpo della sua interlocutrice, che aveva accettato nella speranza, forse, che quelle immagini potessero schiuderle nuove prospettive, o che potessero farle guadagnare dei soldi.

Di qui una serie di clic che l'interessato riteneva di natura artistica, ai quali sarebbero seguite le 'attenzioni' riservate alla donna. Lui l'avrebbe immobilizzata alle spalle, costringendola, nonostante lei avesse cercato di reagire, rifilandogli una gomitata ai genitali, a subire le sue voglie. Addebiti sempre respinti dall'interessato, secondo il quale il rapporto sessuale sarebbe stato consumato consensualmente. Nessuna violenza, insomma. Al punto che l'aveva poi riaccompagnata a casa. La 19enne aveva però presentato una denuncia, innescando un'indagine, scandita anche da un incidente probatorio, sfociata nel rinvio a giudizio. In un processo che proseguirà il 5 dicembre.

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