L'appello della Procura è stato depositato lo scorso 21 dicembre. Poco meno di un mese fa. Certo non nelle ultime ore. Facendo un po' di calcoli, se l'iniziativa dell'ufficio inquirente è stata definita nell'ultimo dei dieci giorni a disposizione, vuol dire che non può essere arrivato prima dell'11dicembre il no del gip Flavio Cusani alla richiesta di un'ordinanza di arresto per Daniel Ciocan, 22 anni, e la sorella Cristina, 30 anni, i due fratelli rumeni chiamati in causa nell'inchiesta, per omicidio e violenza sessuale, sulla tragica fine di Maria, nove anni, anch'ella rumena, trovata senza vita, morta annegata, il 19 giugno del 2016, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino. Dunque, richiesta cautelare respinta- e lo stesso sarebbe già accaduto in precedenza-, di qui il ricorso al Riesame del Procuratore aggiunto Giovanni Conzo e del sostituto Maria Scamarcio.
Udienza fissata per il prossimo 16 febbraio a Napoli e, soprattutto, la possibilità per i difensori – gli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo –di ottenere la copia degli atti compiuti nel corso dell'attività investigativa condotta dai carabinieri del maggiore Alfredo Zerella. Inevitabile, a questo punto, l'operazione di discovery del lavoro svolto da quel tragico giorno che ha segnato per sempre non solo la comunità del centro telesino. E' fin troppo banale dedurre, allo stato, che se il giudice si è opposto all'adozione della misura restrittiva nei confronti dei due indagati, è perchè ha ritenuto, evidentemente, il quadro indiziario non sufficiente. Perchè, magari, potrebbe aver definito troppo generici alcuni elementi invece considerati decisivi, dagli inquirenti, nella ricostruzione della presunta responsabilità di Daniel e Cristina. Nel mirino sarebbero finite alcune tracce, anche biologiche, che sarebbero state rilevate sugli abiti di Daniel e della piccola; le indicazioni fornite dai cani molecolari, la posizione dell'auto del giovane, che i consulenti della Procura, attraverso l'analisi del gps, avrebbero collocato, dopo le 20.30, all'interno della struttura ricettiva. Una circostanza che Daniel ha sempre escluso, sostenendo di averla parcheggiata in un'area a ridosso del casale e di essere andato con la sorella a mangiare un pezzo di torta da un amico.