Sanità pubblica a rischio. "30% dei cittadini ha assicurazione privata" - VIDEO

Dal Sannio il presidente dell'Ordine dei medici e i sindacati Cimo e Smi: serve invertire la rotta

“Il declino della sanità pubblica: sfide e prospettive per il territorio e gli ospedali”. Oltre 53 per cento degli italiani è disposto a pagare una tassa di scopo per la Sanità in Italia e oltre il 73 per cento sarebbe disposto a scendere in piazza

Benevento.  

“Il 30 per cento degli italiani ha un'assicurazione sanitaria privata ed un altro 30 per cento è propenso a realizzarla nei prossimi due anni. Questo significa che c'è sempre meno fiducia nella sanità pubblica”.

E' questa la fotografia emersa questa mattina dalla relazione di Giovanni Pietro Ianniello, presidente dell'ordine dei medici sanniti, durante il convegno “Il declino della sanità pubblica: sfide e prospettive per il territorio e gli ospedali”

Confronto tra sanità, istituzioni e politica organizzato dall'Associazione mogli medici italiani presso l'ordine dei medici.

Il dottore Ianniello ha citato uno studio condotto dall'Istituto Piepoli che si occupa anche di sondaggi: “Ho fatto parte di questo gruppo di lavoro dal quale è anche emerso che oltre il 53 per cento degli italiani è disposto a pagare una tassa di scopo per la Sanità in Italia e oltre il 73 per cento sarebbe disposto a scendere in piazza per difendere la sanità pubblica. Dati importanti di cui i politici dovrebbero tenere conto”.

Per quanto riguarda il declino della sanità pubblica “E' un momento di scelte. Attualmente la nostra sanità è comunque sempre al quarto posto nel mondo. Certo è che si registra un momento difficile per le scelte fatte dalla Politica che hanno portato ad una sanità economicista e sono stati fatti dei tagli spesso in maniera indiscriminati. Un qualcosa avvenuto anni fa ma ora serve un cambio di rotta” ha concluso il dottore Ianniello.

“La situazione peggiora sempre di più. Abbiamo una finanziaria che mette tanti soldi ma a vuoto perchè non c'è una visione completa sulla sanità” ha rimarcato Guido Quici, presidente nazionale Cimo Fesmed. “Dà delle mance agli operatori sanitari. Occorre una rivisitazione complessiva a partire dai professionisti. Serve investire seriamente nella sanità pubblica. Riaprire ambulatori e posti letto. Il cittadino – ha tuonato il dottore Quici - paga in proprio l'assistenza sanitaria e questo non è possibile in un Paese dove si pagano tante tasse che dovrebbero servire specialmente per un servizio sanitario pubblico di qualità”.

“Stiamo andando verso la privatizzazione del sistema sanitario nazionale” l'allarme lanciato Pina Onotri, Segretario Generale dello Sindacato medici italiani che rimarca: “si deve rilanciare il sistema pubblico di cure. Il nostro Paese è stato sempre il migliore per una sanità equa ed accessibile per tutti. Sono stati chiusi in dieci anni più di 95 ospedali, 11mila medici sono andati via e oggi mancano anche i medici di famiglia. In Italia abbiamo 4 milioni di cittadini che non hanno il medico di famiglia”.

Evento organizzato dall'AMMI di cui è presidente Marisa De Luca: “Il declino della sanità pubblica è un tema che va affrontato da tutti gli attori. La Sanità sta vivendo un momento di grande crisi. Abbiamo medici che vanno via. La sanità è un diritto dei cittadini. Bisogna – ha concluso De Luca – salvaguardare questo diritto e aiutare i medici”.