Libera: sulla sicurezza nel Sannio occorre andare oltre le classifiche

L'associazione: la riorganizzazione della camorra pone le zone interne a rischio

libera sulla sicurezza nel sannio occorre andare oltre le classifiche
Benevento.  

“È un tema da affrontare andando oltre le classifiche, ed i numeri”.
Parte da qui il coordinamento di Libera Benevento nell'analisi della classifica sulla sicurezza del Sole 24 ore che vede Benevento tra le province più sicure d'Italia.

“Bisogna scendere in profondità – spiegano dall'associazione-, contestualizzare con spirito critico, ponendosi interrogativi, leggere le sfumature. “L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Nella nostra Città, così come in tutta la Provincia Sannita, ci sono reati che per tanti motivi, purtroppo si fa fatica a denunciare. Pensiamo alle tante vittime di usura, fenomeno sistematizzato molto diffuso, così come le vittime di estorsione.
Dai piccoli commercianti ai titolari di piccole, medie e grandi aziende.
Ovviamente, ragionando in termini di classifiche, non avendo denunce, o quantomeno poche, va da se che i dati rappresentano una situazione che come si diceva in premessa, impongono di non fermarsi in superficie.

Un dato da non sottovalutare assolutamente e su cui bisogna sempre avere i riflettori accesi a Benevento ed in alcune zone della Provincia, è il mercato delle droghe. Sempre più florido ed organizzato.
Nella riorganizzazione che la camorra sta avendo tra Caivano e Scampia le zone limitrofe della nostra Provincia sono particolarmente a rischio.
Le così dette zone interne, in attesa di un rilancio economico e sociale, di certo possono rappresentate una grande opportunità per la camorra, in quanto alcune di esse bene si prestano a latitanze (e casi non sono mancati ) ma anche come zone di deposito e stoccaggio.

C’è il capitolo violenza, in senso lato ma anche nello specifico, inteso come aggressioni, risse e detenzioni di armi, sempre di più elemento identitario giovanile. Una finestra va tenuta sempre aperta sulla Valle Caudina, dove persiste una camorra molto prepotente, organizzata, arrogante e violenta. Quando non si spara in Valle Caudina vuol dire che c’è stabilità negli equilibri. Soprattutto in merito alla razionalizzazione delle piazze di spaccio. Il silenzio deve preoccupare più degli spari.

È nel silenzio che la criminalità si muove, si organizza, “ si rinnova”, stringe alleanze, crea complicità, fa affari, infiltrandosi in modo capillare. Una camorra che condiziona non poco l’economia, in alcuni casi la politica e di conseguenza la vita sociale delle comunità, incutendo paura e terrore. Abbiamo sempre sostenuto la tesi che la presenza della criminalità organizzata nel nostro territorio non va enfatizzata ma nel contempo neanche sottovalutata.

Questa situazione apparentemente “ibrida “ impone ancor di più grande attenzione, capacità di cogliere segnali, decodificare scelte e comportamenti. Dobbiamo sensibilizzare sempre di più una responsabilità diffusa di sentirsi tutti sentinelle sul territorio; compito che non spetta solo alle forze dell’ordine ed alla magistratura, ma a tutta la classe dirigente del nostro territorio, in tutte le sue espressioni, dalla politica, al sociale, alle istituzioni, alla scuola, alla Chiesa.

Il nostro è un territorio che possiamo ancora difendere, con un’accorata responsabilità, senza girarsi dall’altra parte o vedere solo ciò che si vuole vedere senza andare nelle pieghe delle questioni. La difesa del territorio passa dal "non tacere". E spesso il non tacere da molto fastidio a chi vorrebbe una società civile silente, distratta ed anestetizzata”.