“Sete d’Acqua”. Anche il Rotary, con i club di Benevento e di Morcone - San Marco dei Cavoti, scende in campo per dare un contributo alla crisi siccitosa che sta facendo soffrire il territorio sannita e non solo.
Ieri, mercoledì 31 luglio, ospiti del sindaco Angelo Marino di San Marco dei Cavoti, i rotariani hanno lanciato la mission della consapevolezza e della responsabilità. In prima linea i giovani rotaractiani che, con Ciriaco Fonzo, hanno espresso il proprio impegno a essere parte della soluzione.
“Nelle parti del mondo più povere - ha introdotto Angelo Finella - l’intervento del Rotary International si svolge con iniziative di sostegno alla costruzione di impianti e con donazioni. Ed è per questo che nella parte di mondo cd evoluta l’aiuto passa attraverso azioni di sensibilizzazione per promuovere la responsabilità delle istituzioni e la consapevolezza dei cittadini contro lo spreco. L’acqua é una risorsa esauribile. Chi ce l’ha non può sprecarla. “L’acqua immessa in rete serve per il 69% l’agricoltura, per il 19% l’industria e per il 12% l’uso civile.” ha ricordato il professore Gustavo Marini.
Nel 2022 per ogni campano sono stati immessi in rete 383 litri di acqua, mentre ogni campano ne ha utilizzati effettivamente solo 192. A Benevento la dispersione è del 55,9% contro una media nazionale del 42,4%. “Per ogni litro di acqua consumato un litro viene disperso per perdite nella rete.” ha aggiunto il Prof. Marini. “E una parte anche per abitudini individuali errate”.
“L’agricoltura ha fatto anche più della sua parte” ha chiarito subito Gennaro Masiello, di Coldiretti “introducendo innovazioni di processo che riducono sensibilmente gli sprechi e ha proposto soluzioni di piccolo invasamento per collettare le acque piovane e quelle esuberanti dai corsi d’acqua, lanciando l’idea dei “laghetti di prossimità”, che come i “laghetti collinari” immaginati dallo studio presentato dal professore Marini, potrebbero essere la risposta per coprire tutte le aree del nostro territorio. “La costruenda (!) Diga di Campolattaro si farà ma non sarà la soluzione perchè è un’opera destinata a servire un bacino limitato della provincia di Benevento e una parte di quella di Caserta”, come ha sottolineato il presidente Roberto Costanzo “Il tema di sempre nei nostri territori è che alla programmazione segue con molta lentezza la realizzazione - la diga è stata pensata circa 80 anni fa - e che la nostra cultura ci relega sempre al ruolo di territorio ospitante o passante.”. E visto che non è mai tardi per cambiare “Non bisogna buttar via l’occasione dei circa 1,2 miliardi del PNRR, delle risorse del piano nazionale e quelle dell’Agenda Europea 21/27, perché le criticità del presente non siano tali in prospettiva.”
Conclusioni affidate ad Erminia Mazzoni, presidente del Rotary Club di Benevento: “C’è bisogno di uno sforzo corale. Tutti, ciascuno per la parte di competenza, devono dare il proprio contributo.Il progetto al quale il Rotary ha iniziato a lavorare è la costruzione di una rete di soggetti consapevoli e responsabili, fatta di cittadini, amministratori, università, associazioni di categoria e del terzo settore, perché ci si riappropri della capacità di governare e indirizzare le bizzarrie della natura. Tra le devastazioni di grandinate anomale, nubifragi, trombe d'aria e piene, dei mesi freddi, e il soffocamento della siccità, nella stagione calda, c’è uno spazio di cura umana necessario, da occupare con progetti che il Rotary e pronto a sostenere non solo a Benevento ma su tutto il territorio, attivando le numerose realtà presenti capillarmente in tutta la regione e in tutto il mezzogiorno.”