Tetracloroetilene nell'acqua. Cittadini e associazioni dicono basta: verità

Manifestazione a Benevento. Ancora scontro sui dati e sui valori: presentato esposto in procura

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Benevento.  

Chiudere i pozzi di Pezzapiana, assicurare la stessa qualità dell'acqua ai cittadini di tutte le zone di Benevento e chiarezza sui dati. Queste le richieste di cittadini e associazioni che questo pomeriggio a Benevento si sono ritrovati lungo il corso Garibaldi, a pochi metri dalla Prefettura e dalla sede della Gesesa. Manifestazione organizzata dal comitato Acqua Bene Comune, Libera e Altrabenevento che ha visto la partecipazione di circa duecento persone. Presente Padre Alex Zanotelli che ha rimarcato come si debba “fare chiarezza su tutta la vicenda e che l'acqua deve continuare ad essere un bene di tutti e non va privatizzata specialmente in una zona ricca di fonti come il Sannio e l'Irpinia”.

Al centro della protesta ancora, ovviamente, la vicenda del picco – ora ne sarebbero invece tre – registrato il 17 novembre dalle analisi effettuate dall'Arpac un valore di 250 milligrammi per litro esponenzialmente superiore al valore che segna la soglia di potabilità che indusse il sindaco Mastella ad emettere un'ordinanza per la non potabilità dell'acqua nelle zone servite dai pozzi di Pezzapiana.

Promotore dell'iniziativa volta a tenere i riflettori accesi sulla vicenda dei picchi di tetracloroetilene nell'acqua è stato Giovanni Seneca, dell'associazione Acqua Bene Comune che ha rimarcato la necessità di eliminare “i privati dalla gestione del servizio idrico. I privati non sono in grado di gestire un bene così prezioso”.

Non usa mezzi termini, invece, Michele Martino, referente di Libera contro le mafie che ha rimarcato lo sconcerto per l'intera situazione avvolta ancora da un velo di non chiarezza. “Non avremmo mai voluto fare una manifestazione del genere nel 2022. Essere qui a dover parlare ancora di acqua potabile non va affatto bene. Noi – ha più volte rimarcato Martino - cerchiamo verità, giustizia e futuro. Verità perchè i cittadini a questo punto hanno il sacrosanto diritto di conoscere la verità. Giustizia perchè non è giusto che in una città ci sia una fornitura idrica di serie A e una di serie B con un problema di potabilità. L'acqua del biferno deve fornire tutta la città creando i presupposti strutturali ed è qui che la Politica deve fare la sua parte. La terza parola d'ordine è futuro. La comunità – ha concluso il numero uno di Libera sannita - deve poter guardare avanti, creare quel noi dove la società civile non deve essere vista come un fastidio”.

Torna all'attacco, Gabriele Corona di Altrabenevento che nel 218 per prima denunciò, anni fa, la presenza del tetracloroetilene nell'acqua dei pozzi di Campo Mazzone – poi chiusi – e di Pezzapiana dove a novemebre si era registrato il picco: “Non si tratta di un solo evento – ha spiegato Corona mostrando i dati forniti dall'Arpac regionale -. Ci sono stati altri episodi. Le analisi hanno rilevato anche un valore pari a 189 ma nella stessa giornata del 17 novembre oltre ad altri valori strani. Quindi ci sono più picchi e non solo quello di 250 grammi per litro”.

Secondo Altrabenevento la tabella fornita dal sindaco “alla stampa durante la conferenza stampa per annunciare la cessata emergenza non corrisponde al numero del reperto del documento che abbiamo noi”.

Insomma, secondo l'associazione non si è trattato di un picco bensì di vari dati che segnalano valori alti di tetracloroetilene nei pozzi di Pezzapiana.

Corona ha poi annunciato di aver presentato un esposto in Procura: “Chiediamo che si spengano le pompe di Pezzapiana o che la magistratura sequestri quei pozzi”. Insomma la questione della sostanza nociva nell'acqua ancora resta irrisolta a Benevento.