Ospedale S. Agata. Don Mimmo Battaglia: è una lotta di tutti

Il vescovo parteciperà nel pomeriggio alla manifestazione “Rianimiamo il S. Alfonso”

Sant'Agata de Goti.  

“Non è una lotta contro qualcuno, ma per l’ospedale: è una lotta di tutti”. Don Mimmo Battaglia, vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti interviene in merito alle proteste in corso per i tagli all'ospedale di Sant'Agata dei Goti.
“Ho potuto vedere le lacrime di amarezza, scoraggiamento e disperazione di chi sta lottando perché sta vedendo scivolare dalle proprie mani il diritto alla salute. E il diritto alla salute non è una questione di un singolo colore politico, non è una questione di maggioranza o di minoranza, di chi governa o amministra e di chi sta all’opposizione. Il diritto alla salute è un diritto di tutti, non un tema da campagna elettorale. Il diritto alla salute non può e non deve essere asservito a nessuna logica. Il diritto alla salute deve sempre essere garantito ad ogni persona”.

Da sabato mattina è in corso un presidio dal comitato civico "Curiamo la Vita", davanti al presidio ospedaliero “Sant'Alfonso Maria dei Liguori” di Sant’Agata de’ Goti in seguito allo smantellamento del reparto di Ortopedia e alla conseguente disattivazione delle degenze.
Mons. Domenico Battaglia in questi due giorni è stato accanto ai manifestanti e sarà presente oggi pomeriggio alla manifestazione “Rianimiamo il S. Alfonso”, organizzata dal Comitato Civico. Per stare in mezzo e vicino alle persone e per condividere il loro ennesimo grido di dolore e senso d’insicurezza e di paura che stanno vivendo a causa dello smantellamento di Ortopedia.


Don Mimmo parteciperà all’iniziativa, nella speranza che saranno in tanti ad essere presenti, non per puntare il dito indicando responsabilità, ma per provare a lavorare insieme, a partire dal trovare insieme un’unità d’intenti, per cercare soluzioni concrete e reali che salvaguardino le nostre comunità. “Non è una lotta contro qualcuno – afferma Battaglia – ma una lotta per l’ospedale, perché è una lotta di tutti. Per questo occorre abbandonare le logiche di schieramento politico e personale, i processi sommari, le semplificazioni. Perché l’esistenza di questo ospedale non è per qualcuno, ma per tutti. C’è bisogno di un noi che restituisca speranza a tutti, quella speranza che ci fa rialzare. E la vita, anche nelle situazioni più difficili, è sempre speranza. Nessuno guadagnerà un solo voto in più dividendosi per appartenenze di partito o di schieramento. Se non ci sarà più quest’ospedale perde la Politica e perdono tutti i cittadini, perderà questo ospedale che sarà solo "sprecato", come una cattedrale nel deserto. Se dal basso – conclude – nasce una esigenza è compito della Politica portarla ad essere ascoltata nelle Istituzioni per adattare scelte e decisioni alle esigenze dei cittadini e del territorio. In una parola significa: dare ai bisogni il volto e la forma dei diritti”.