La qualità di Alessandro Mastalli non si discute, così come la professionalità del calciatore, ma i numeri girone di andata, circoscritti al solo campionato, sono la traduzione in cifre delle difficoltà che, finora, il centrocampista ha avuto per inserirsi nell'Avellino: 10 presenze, solo 3 volte titolare, nessun gol, nessun assist, con appena 399 minuti giocati. Nella prima giornata del girone di ritorno, al “Nuovo Romagnoli”, contro il Campobasso, Mastalli è entrato con l'espressione tutt'altro che felice per gli ultimi cinque minuti, e ha rotto il ghiaccio. E così, anche perché il calcio è fatto pure di storie che cambiano nell'arco di pochi giri di lancette, chissà se proprio in Molise la svolta non sia arrivata con quel pallone accompagnato in fondo al sacco, a porta vuota, su assist al bacio di Micovschi.
Esultanza pre-nascita, con la sfera di cuoi sotto alla maglia per una dedica speciale a sua moglie Margherita, in dolce, attesa, il balzo dei componenti panchina ad abbracciarlo per dimostrare che anche a livello umano Mastalli si è fatto apprezzare. “Un fuoriclasse, un top-player per la categoria” ha detto di lui Santiago Morero, ex capitano dell'Avellino e della Juve Stabia a 696 TV, che, proprio a Castellammare di Stabia, gli lasciò la fascia sul braccio consegnandogli l'onere e l'onore dei vincere il campionato di Serie C con le vespe. Insomma, non è proprio l'ultimo arrivato Mastalli, anche se nel pallone conta sempre e solo il presente. Il futuro, sì, ma quello della prossima partita.
Braglia ha più volte sottolineato di essere rammaricato per avelo impegnato così poco sia per valutazioni di carattere tattico, lui che è una mezzala non a suo agio in un centrocampo a due, sia per questione di centimetri, che spesso ha pagato quando nei piani gara, nel momento in cui gli sono stati preferiti saltatori in difesa o a centrocampo.
Stamattina Mastalli ha citato un calendario filosofico sul suo profilo Instagram pubblicando una storia con il testo: “È molto bello credere in quello che si fa. Ma è ancora più straordinario fare quello in cui si crede”. Un messaggio puramente motivazionale; sibillino, dal sapore di addio, o un proposito per una ripartenza da protagonista? Non si può sapere e sarebbe una forzatura ipotizzare. Di certo, la frase calza a pennello per sintetizzare la prima parte di stagione di Mastalli con l'Avellino. Un lusso per la categoria che s'avvia a un destino senza mezze misura: da potenziale arma in più per la seconda parte dell'annata agonistica o partente di lusso in un mercato che è solo all'inizio.