Incontenibile Zito: un "matto" in biancoverde

Siparietti, scherzi e irriverenza a profusione: il centrocampista si conferma un "personaggio"

Sturno.  

Imprevedibile, incontenibile, irrefrenabile. Un autentico matto, ma nel senso buono del termine. Annoiarsi è impossibile se in squadra hai uno come Antonio Zito, che in campo è come nella vita: genio e sregolatezza. Uno che, fuori dal terreno di gioco, fa gruppo travolgendo tutti con la sua prorompente “ignoranza”: un accezione diffusissima, soprattutto sul web, per classificare quei calciatori che, per così dire, non sono usciti di certo da Oxford e vivono la vita ed il calcio con un’allegria e una personalità ai limiti della strafottenza. Sfaccettature caratteriali che li rendono, inevitabilmente, personaggi. Quando Zito gioca, quando Zito si allena, quando Zito è in albergo, c’è da aspettarsi di tutto. I tifosi biancoverdi avevano imparato a conoscerne le versioni più sfrontate e dissacranti già nella scorsa stagione.

Dalle foto su Instagram, nei post-partita, con la birra d’ordinanza per festeggiare a modo suo le vittorie in compagnia di Castaldo; passando per i tagli di capelli ai compagni di squadra, con un rasoio impugnato senza indugi; fino ad arrivare a quell’Avellino – Bari di domenica 9 marzo 2015 in cui fu letteralmente ingestibile: protagonista sotto la Curva Sud, simulando la deposizione di un uovo, rappresentato da un pallone espulso dalla schiena, dopo il gol del 2-0; incurante delle critiche negli spogliatoi quando si fece fotografare con un pollo allo spiedo corredato dalla scritta “Salvate La Bari”. Tutte le declinazioni del galletto, simbolo del club pugliese, in salsa Zito. Una salsa piccante, che lo ha fatto amare sempre e comunque, nonostante una prima parte di stagione, quella scorsa, in salita per una lombosciatalgia acuta che non gli ha comunque impedito di essere trascinatore nel corso di un girono di ritorno, nel quale, soprattutto nella parte finale, è stato un autentico mattatore. Perché Zito non è solo un sinistro potente, corsa, lanci, cross e gol. E’ uno di quei calciatori con gli attributi, che piacciono alla gente; che possono fare la differenza o meno, ma sudano sempre e comunque la maglia. Carattere e personalità. Uomo spogliatoio con tutti i suoi pregi e difetti.

Ha iniziato la nuova stagione raggiungendo i compagni a Mercogliano, sede del raduno, arrivando quasi fino alla porta d’ingresso del Green Park Hotel Titino con il suo fuoristrada nero: finestrini spalancati e musica da discoteca a tutto volume. Il preludio di un inizio di ritiro da uomo copertina. Dopo la semifinale di ritorno dei play off a Bologna si è dovuto operare per rimuovere un ematoma all’altezza del quadricipite della gamba destra. Hanno provato a fargli svolgere lavoro differenziato per reinserirlo gradualmente, Tesser e il suo staff. Ci sono riusciti a intermittenza. Perché Zito è un po’ come un bambino mai cresciuto. Vede il pallone e non riesce a fare a meno di calciarlo. E non smette anche se viene “rimproverato”. Nell’ordine: dal medico sociale Iovino, dal preparatore dei portieri Cortiula e dal preparatore Tito. Quest’ultimo gli chiede: “Non calciare, passa il pallone ai portieri”. E ottiene come risposta: “Guarda come gliela passo”. Sinistro a giro di rara potenza accompagnato da un sorriso beffardo.

Perché Zito è Zito: i bambini lo salutano mentre fa i giri di campo e lui, per divertirli, si gira e inizia a correre a marcia indietro; gli lanciano un pallone per farselo fotografare e fa finta di rubarlo, innescando un siparietto da togliere il fiato dalle risate (vedi il video qui sotto); il pomeriggio libero in piscina è l’occasione ideale per fingere una foto con Arini, che viene spinto in acqua mentre è in posa per lo scatto. Sorriso sempre stampato sulle labbra, anche quando qualche acciacco fisico lo costringe ad allenarsi a parte. “Quando rientri, Zito” gli chiede un tifoso dagli spalti mentre svolge lavoro differenziato con il preparatore atletico. E lui ha la risposta pronta “Non rientro mai più”. Il tre è il suo numero di maglia. Il numero perfetto per un talento fuori dalle righe. Signori e signore, ecco Antonio Zito: prendere o lasciare. Lui resterà così, sempre e comunque.

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L'inviato a Sturno, Marco Festa