L'Avellino tocca il freno, stop a Catania: 3-1

Doppietta di Russotto, gol di D'Angelo e Sarao su calcio di rigore: fine della striscia positiva

l avellino tocca il freno stop a catania 3 1
Avellino.  

Il “Massimino” si conferma uno stadio tabù per l'Avellino. La striscia di risultati utili consecutivi dei biancoverdi si ferma a 14, nella trentaduesima giornata del girone C di Serie C. Una quota comunque lusinghiera, che resta da applausi, a prescindere dalla battuta d'arresto con il finale di 3-1 maturata nel lunch match contro il Catania. In tal senso, c'è da fare, innanzitutto, una doverosa premessa: sui piatti della bilancia del giudizio della gara, pesa, eccome, l'emergenza Covid con cui i biancoverdi si sono ritrovati improvvisamente a fare i conti. E non si tratta di un mero alibi perché se la sua forza, piena e prorompente, i lupi l'hanno dimostrata con l'organico al completo, non si può valutarne il vero potenziale con un centrocampo ridotto all'osso e tutto lo stress accumulato in giorni scanditi dai tamponi. L'ultimo giro, il sessantacinquesimo, questa mattina. di buon ora, dopo un viaggio massacrante. Nessuna ulteriore positività, almeno per il momento, dopo quelli di Carriero, De Francesco e Bernardotto. Tre assenze tutt'altro che marginali. La negatività del “gruppo squadra” ha permesso a Miceli e compagni di scendere in campo. Tra le scelte obbligate, di formazione, una sola sorpresa: Santaniello preferito a Maniero dal primo minuto.

Dal primo tempo migliore della stagione, quello giocato mercoledì scorso, contro il Potenza, si passa a quello peggiore, tra demeriti in termini di approccio e difficoltà per cause di forza maggiore. La partita inizia e finisce male. Al 3', i rossazzurri sono già avanti con Russotto, che centra Santaniello, in barriera, sugli sviluppi di un calcio di punizione dai trentacinque metri (atterramento di Miceli ai danni Sarao). La battuta è secca, dritto per dritto; ne vien fuori una parabola beffarda, che termina la sua curva discendente alle spalle di Forte. Sale subito il tono agonistico di una sfida spigolosa, maschia, con i locali che chiudono tutti gli spazi e una serie di contatti duri, favoriti dal manto in erba sintetica reso viscido dalle abbondanti piogge, abbattutesi sul rettangolo verde prima del fischio d'inizio del tutt'altro che impeccabile arbitro Zufferli della sezione di Udine. All'11, proteste ospiti per un contatto al limite dell'area di rigore per un contatto tra Santaniello, lanciato verso la porta, e Claiton. Il direttore di gara lascia correre. Segue una prima frazione di gioco spezzettata dai falli, che fa intravedere il leitmotiv dell'incontro: più calci, che calcio.

Adamo non è Carriero e si vede, soprattutto in una veste non propriamente sua, ma interpretata, oggi più che mai, per fare di necessità virtù: quella della mezzala. Anche Aloi non è in giornata (graziato nel secondo tempo per un brutto fallo su Menneh) e si aprono voragini invitanti per gli sporadici contropiedi catanesi. Uno di questi è sfruttato da Russotto, che sigla la doppietta personale servendo Piccolo: l'ex Cremonese gli restituisce il pallone con un tocco arretrato che coglie in fallo il pacchetto arretrato irpino, imploso nella porta difesa da Forte nel tentativo di rimontare. Comodo comodo il tocco di piatto che sembra chiudere i conti. Il campo è pesante, l'Avellino si affida a lanci lunghi un po' troppo e Martinez, preferito a Confente (così come l'ex Giosa a Sales; Dall'Oglio a Rosaia; Izco a Welbeck), dorme sonni tranquilli. Ci vorrebbe un episodio per riaprirla: si materializza quando Maldonato, nel pieno di un eccesso di confidenza, cucina una frittata in area di rigore passandola incredibilmente a Santaniello, che salta l'estremo difensore spagnolo, costretto a metterlo giù beccandosi un giallo. Il palermitano D'Angelo incrocia il destro, sale a quota 9 reti e manda le squadre al riposo sul 2-1.

In avvio di ripresa, Braglia prova a fare ciò che può: fuori Miceli, poco lucido e in affanno, dentro Dossena, che gioca un buon secondo tempo; Rizzo rileva Adamo, nervoso e spaesato; Ciancio funge da interno destro. Al 54', Santaniello trova l'incornata vincente su invito dalla destra di Luigi Silvestri, ma è netto il suo fuorigioco di rientro. Non vale. Baraye (a tratti irritante) per Tito; Rocchi per Illanes; Maniero per Fella. Al 64', sono già esplose tutte le (poche) cartucce a disposizione per cercare di far male al Catania del neo-tecnico Baldini, che tiene e dà botte per tornare al successo casalingo che mancava dal lontano 13 febbraio (1-0 alla Virtus Francavilla) e rilanciarsi nella corsa al terzo e quarto posto. Non mancano i momenti di tensione. Al 76' ne fa le spese il direttore sportivo Di Somma, allontanato dalla panchina. Poco dopo Luigi Silvestri si becca il giallo che gli farà saltare il match interno con la Virtus Francavilla. Al 77', Rizzo pennella per Santaniello, che colpisce di testa ma commette fallo su Claiton; al 79', Maritenz ci mette i pugni su botta di D'Angelo, servito da D'Angelo.

Eccola la reazione. Che c'è, nostante tutto. A cavallo tra l'87' e il 90', le ultime speranze di riacciuffare il pari. Prima, una grande azione manovrata innescata da un velo di Santaniello; la palla arriva a Maniero che crossa basso e tagliato per D'Angelo: il 27 non arriva a chiudere l'azione, con una spaccata volante, per questione di istanti e centimetri; poi, altro incredibile errore col subentrato Sales, che regala il possesso a Rizzo lanciandolo verso la porta. Nel recuperare palla l'esterno la indirizza, però, verso Santaniello, che non riesce a farsi da parte e, anzi, la tocca in posizione di offside vanificando tutto. Cinque minuti di recupero servono sì, ma al Catania per calare il tris: fallo ingenuo di Luigi Silvestri sul subentrato Manneh, Sarao trasforma il penalty. Finisce 3-1, come l'ultima volta. L'auspicio, per l'Avellino, è che il dazio al Covid sia stato totalmente pagato: martedì mattina nuovo ciclo di tamponi nasofaringei. Ora tutti davanti alla tv per seguire Catanzaro – Bari in attesa di conoscere il nuovo o confermato gap di vantaggio sul secondo posto.

Il tabellino.

Catania - Avellino 3-1

Marcatori: pt 3' Russotto, 34' Russotto, 46' D'Angelo (rig.), st 50' Sarao.

Catania (4-3-3): Martinez; Calapai, Claiton, Giosa (38' st Sales), Pinto; Izco (12' st Welbeck), Maldonado (23' st Rosaia), Dall'Oglio; Piccolo (23' st Albertini), Sarao, Russotto (12' st Manneh). A disp.: Confente, Zanchi, Reginaldo, Di Piazza, Vrikkis. All.: Baldini.

Avellino (3-5-2): Forte; L. Silvestri, Miceli (1' st Dossena), Illanes (19' st Rocchi); Ciancio, Adamo (1' st Rizzo), Aloi, D'Angelo, Tito (6' st Baraye); Fella (19' st Maniero), Santaniello. A disp.: Pane, Di Martino. All.: Braglia.

Arbitro: Zufferli della sezione di Udine. Assistenti: Pintaudi della sezione di Pesaro e Politi della sezione di Lecce. Quarto ufficiale: Pashuku della sezione di Albano Laziale.

Note: Al 36' st allontanato il direttore sportivo dell'Avellino, Di Somma, per proteste. Ammoniti: Maldonado, Martinez, Santaniello, Dall'Oglio, L. Silvestri, Aloi per gioco falloso; Maniero, Rosaia e De Simone (vice allenatore Avellino) per proteste. Angoli: 7-1. Recupero: pt 1', st 5'. Gara a porte chiuse.