Tricolori, torce luminose, abbracci, targhe, medaglie, selfie e fuochi d'artificio: Contrada ha riservato un caloroso bentornato al pugile Carmine Tommasone, reduce dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro, concluse martedì scorso con l'eliminazione agli ottavi per mano dello stra-favorito alla vittoria finale nella categoria 60 kilogrammi, il cubano Lazaro Alvarez. Centinaia di persone si sono ritrovate intorno alle 20 di ieri, in Piazza del Carmine, per tributargli applausi e cori, commuovendo l'atleta della nazionale, premiato dal delegato del Coni Provinciale Giuseppe Saviano e dal sindaco Filomena Del Gaizo. Standing ovation anche per il maestro Michele Picariello, esaltato dallo stesso Tommasone, che ha preso la parola dopo l'esecuzione dell'inno di Mameli evidenziando infinita riconoscenza nei confronti del suo mentore, a cui ha dato i meriti del trionfale percorso che lo ha portato dall'anonimato all'avventura a cinque cerchi, evitando che mollasse tutto in seguito a un infortunio alla mano rimediato non più tardi di qualche anno fa. Sul palco anche l'ex campione del mondo Agostino Cardamone. Festa grande. Per il boxeur si è mobilitata anche la Curva Sud dell'Avellino che lo ha celebrato con uno striscione dal testo eloquente: “Orgoglio irpino”.
Palpabile l'emozione nelle parole del già campione Europeo. “Sono più emozionato stasera di quando salito sul ring” - ha spiegato Tommasone prima di soffermarsi sul suo breve ma intenso torneo - “Peccato per il sorteggio, che ha determinato che affrontassi l'indiziato numero uno per la conquista dell'oro. È una questione di mentalità, non sono andato lì per partecipare, ma per vincere. Ho realizzato il sogno di ogni atleta, anche se dispiace non essere tornato a casa con un metallo. Tokyo 2020? La testa è già lì, ma chiedo a tutti di sostenermi, anche dal punto di vista lavorativo, per permettermi di continuare ad allenarmi duramente. Sono certo di poter regalare ancora grandi soddisfazioni”. E nessuno a dubbi in tal senso, tra lettere di ringraziamento lette sul palco allestito nel cuore della cittadina irpina e un coro all'unisono: “Tommasone uno di noi”. Sì, Mr Wolf ha ancora tanta fame.
L'inviato a Contrada, Marco Festa