I grandi campioni non smettono mai di sognare. Lo fanno anche quando la speranza di raggiungere l’obiettivo è pronta a svanire. La conferma di questa tesi arriva da Clemente Russo, che sognava di partecipare alla sua quinta Olimpiade consecutiva, ma salvo “miracoli sportivi” non riuscirà a stabilire questo record in una specialità difficile come il pugilato.
Da Atene 2004 a Rio 2016, passando per le medaglie d’argento di Pechino 2008 e Londra 2012. Tokyo sarebbe stata la chiusura perfetta del cerchio, la classica ciliegina sulla torta. Un peccato perché Russo non ha nemmeno avuto l’occasione di combattere per quel sogno. A Londra nel marzo 2020 non salì sul ring per un problema fisico, la pandemia e la politica sportiva della federazione internazionale ha fatto il resto cancellando il secondo preolimpico in programma. A quel punto l’unica speranza era una wild card che però, fino ad ora, non è arrivata, come ha spiegato nel suo intervento alla kermesse Sportdays a Torelli di Mercogliano dove è stato accompagnato dalla Polizia Penitenziaria di cui fa parte dal 2012.
“In questo momento non sono in partenza per Tokyo ma non mollo. Dopo aver dato 30 anni al pugilato non mi costa nulla allenarmi per un altro mese. Spero che la wild card possa arrivare. Il Comitato Internazionale Olimpico ne dà tre alla nazione organizzatrice. Il Giappone se le tiene strette non le regala al mondo. Ma magari arriverà la sorpresa, io ci spero ancora. Avrei la possibilità di fare la quinta Olimpiade che sarebbe un record”. Tatanka si è soffermato anche sulla salute del pugilato dilettantistico italiano dicendosi ottimista per il futuro. “Il momento non è buono perché non sono arrivati i risultati ma vi assicuro che quella azzurra è una squadra giovane e forte. Gente come me e Vincenzo Mangiacapre ha fatto da traino per questi ragazzi che punteranno a Parigi 2024 dove avremo una squadra molto forte”. Parola del due volte campione del mondo Clemente Russo.