Non ci sono le condizioni per la sfiducia di Foti. Il documento firmato dai dissidenti è un passo importante, ma non decisivo. Si attende il consiglio comunale del 5 settembre per ascoltare le motivazioni del sindaco. Quanto emerso dalle conferenza dei capigruppo questa mattina. Insomma, chi si aspettava una sconvolgimento tellurico (pochissimi) è rimasto deluso: tutto rimandato.
Posizione comprensibilmente attendista quella dei consiglieri Dino Preziosi e Giancarlo Giordano che, pur considerando un segnale importante, il documento di sfiducia firmato dai dissidenti nei confronti del sindaco, si riservano di ascoltare le parole di Foti sulla crisi amministrativa che si sta registrando in città. Al momento non ci sarebbero comunque le firme per rimuovere il primo cittadino dal suo incarico.
Assente l'altra grande attesa di questa mattina: Enza Ambrosone, che non ha preso parte alla conferenza. Presumibilmente, anche la stessa Ambrosone, attende lunedì per capire meglio il da farsi. Anche perché, le vicende che stanno interessando anche a livello nazionale il partito democratico, tratteggiano scenari molto incerti. Su molti consiglieri, nella decisione di mandare o meno a casa il sindaco, pesa la paura di non potersi poi ricandidare con le insegne del partito. Un rischio che, ad occhio e croce, non saranno molti a voler correre. Un'evidenza che rappresenta, una parziale blindatura di Foti.
Intanto, in città, la situazione politica è piuttosto delineata. Con l'Udc e il centrodestra (quel che ne rimane) che convergono ambedue sulla rimozione di Foti. Proprio gli esponenti di centro, non escludono un dialogo col Pd, ma a patto che l'attuale primo cittadino sia rimosso dal suo incarico.
Il servizio video della conferenza dei capigruppo, alle ore 14.00 su Ottochannel.
Andrea Fantucchio
