VIDEO/ Vuoi ospitare migranti? E noi ti ammazziamo...

Minaccia choc ad Avellino. Lo rivela l'assessore Cillo. La situazione è diventata insostenibile.

E' il fallimento totrale della gestione degli immigrati. Un nodo epocale lasciato a sindaci e prefetti. Un fai da te che sta provocando disastri.

Avellino.  

 

di Luciano Trapanese

Che la situazione fosse arrivata al limite era evidente. Non è poi così difficile capire gli umori della gente. Ma che si arrivasse alle minacce di morte, quello, beh, era davvero difficile da immaginare. O almeno, non ancora. Eppure è accaduto, lo ha rivelato ai microfoni di OttoChannel l'assessore alle politiche sociali del comune di Avellino, Marco Cillo (clicca sulla foto in alto per vedere l'intervista).

La questione, lo avrete capito, riguarda gli immigrati. E la complessa, ai limiti dell'impossibile, gestione di quanti vengono inviati in Irpinia.

Gli appelli del prefetto, le sollecitazioni dei sindacati, si sono scontrati contro il muro di no imposto da quasi tutti gli amministratori locali. Sindaci preoccupati delle possibili reazioni in paese. E pronti alle barricate per evitare qualsiasi problema.

Niente solidarietà. Non li vogliamo e basta. Un defilarsi continuo. E se qualche privato ha osato mettere a disposizione del comune degli immobili, prima ha ricevuto occhiatacce e gesti infastiditi dai suoi concittadini. Poi – come ha raccontato Cillo – delle esplicite minacce di morte. Ed è accaduto qui, ad Avellino.

Non vogliamo parlare di razzismo. Non è il nodo del problema. Come neppure di xenofobia. Il problema ha tanti padri. E il primo fra tutti è la fallimentare politica di gestione del flusso di immigrati. E non solo in Irpinia.

Si è lasciato tutto nelle mani di prefetti, sindaci e qualche – a volte – discutibile cooperativa. Un fai da te, senza nessuna programmazione, senza strategia, senza un limite. Il risultato è ora questo. Un diffuso malcontento, un rifiuto netto degli immigrati. Ed è inutile tessere peana sulla solidarietà. La verità è che il nodo, che è epocale, non è stato affrontato.

Si sono persi tutti su posizioni ideologiche senza senso. Tra buonisti e cattivisti. Tra gli antesignani dell'accoglienza sempre e comunque. E gli assertori delle bombe sui barconi. Nel frattempo il fenomeno è cresciuto, avanza, dilaga. E tutti lì, immobili, nell'attesa di non si sa cosa. A blaterare cose tipo: «Dobbiamo aiutarli lì», che detto da un politico italiano, incapace in quasi un secolo di ridurre almeno il divario tra il nord e il sud di questo Paese, suona almeno ridicolo.

Ora siamo alle minacce di morte. Gli immigrati continuano ad arrivare. E nessuno è in grado neppure di capire come gestire questo flusso. Nel frattempo la soluzione è bombardare la Libia.

Complimenti.