"In Irpinia costruiamo un Pd che sia partito di popolo"

La nota di Amici della Fondazione Sudd di Avellino

Avellino.  

"Il circolo degli Amici di Fondazione Sudd di Avellino, si legge in una nota a firma di Luigi Anzalone presidente onorario del circolo, Aldo D’Andrea presidente del circolo, Bernardino Tirri segretario del circolo, a fronte dei catastrofici risultati delle elezioni amministrative a Napoli e del grave e inquietante stato morale e politico in cui versa il Partito Democratico in Campania, ritiene suo indeclinabile dovere chiedere le dimissioni della segretaria regionale del partito. Valga per tutti il riferimento all’amministrazione comunale di Avellino, il cui sbando e la cui inefficienza hanno raggiunto livelli di non ritorno. Ecco perché chiediamo al sindaco Foti – inviandogli i migliori auguri di pronta guarigione - di valutare, con il partito, il gruppo consiliare e i suoi collaboratori in giunta, se valga la pena tirare a campare mentre la città tira le cuoia e sempre più degradante appare lo spettacolo della gestione degli enti comunali".

"Quanto alla proposta di celebrare il congresso provinciale del PD agli inizi di ottobre, cioè a ridosso dell’estate, essa appare inopportuna e fuorviante, negativa e sbagliata. E’ inopportuna e fuorviante perché, propri negli stessi mesi, c’è da affrontare la campagna elettorale per il referendum costituzionale, che si terrà ad ottobre e il cui esito appare incerto. Peraltro i risultati, tra una decina di giorni, dei ballottaggi nelle grandi città diranno sino a che punto la crisi di consensi del PD renderà più difficile e problematica la battaglia referendaria. E’ una proposta negativa e sbagliata perché – come ha giustamente detto Antonio Bassolino – bisogna “preparare un congresso di rifondazione del Pd in Campania, azzerando l’attuale tesseramento militarizzato e lottizzato e dando vita un nuovo partito fatto di iscritti veri, di una testa (il gruppo dirigente) e di un’anima”. Peraltro il risultato confortante per il PD delle elezioni amministrative in Irpinia deve indurre a riflettere più che a cantare vittoria. Esso è, infatti, il risultato del felice intreccio di una rivendicazione di autonomia da parte dei gruppi dirigenti democratici a livello locale e della lungimirante alleanza tra gli eredi e gli interpreti di un’esperienza e di un’intuizione politica che rinvia alle pagine migliori della storia comunista e democristiana e del loro fecondo dialogo e collaborazione. E’ tempo, dunque, di dare vita ad un PD irpino come partito di popolo, dei giovani, del mondo della cultura e del lavoro, strumento di politica pulita e di rinascita del Mezzogiorno".

Redazione