Avellino, il 20 giugno ecco chi può saltare oltre al sindaco

Intorno all'approvazione del bilancio ruotano tanti destini.

Rischiano i vecchi apparati, Enzo De Luca in primis. Rischia l'attuale maggioranza che a lui fa riferimento. Ma non è tutto.

Avellino.  

Il giorno della ghigliottina. Foti e la sua amministrazione non possono sottrarsi. Ma non sono gli unici. La riunione di ieri a via Tagliamento lo ha confermato. Riunione che aveva per oggetto il bilancio comunale da approvare fra meno di due settimane.

La data scelta è lunedì 20 giugno. Quando sapremo se Paolo Foti sarà ancora il sindaco di Avellino. Intanto dal partito, non arrivano segnali incoraggianti. Oltre alla vicesindaco Iavarone, ieri erano presenti solo altri tre consiglieri. E, uno di questi, Geppino Giacobbe, ha minacciato le dimissioni qualora la situazione non fosse chiarita presto.

Quelle scadenze improrogabili:

Ma ci si è spinti troppo in là per tornare indietro. E non crediamo si possa ricucire il doppio strappo che vede protagonista quest'amministrazione: quella all'interno del consiglio comunale, e fra chi siede a Palazzo di città e Avellino. Comunque andrà, serviranno risposte chiare.

Se Foti non riceve il sì dalla maggioranza, salta. E quindi ci sarà tutto il futuro da definire. Con un commissariamento che bisognerà rendere il meno doloroso possibile. Ci sono infatti degli appuntamenti ai quali la città non può mancare. Le annose spade di Damocle, bonifica dell'Isochimica e riqualificazione dell'Ex Gil su tutte.

E poi le scadenze più prossime. In primo luogo si dovrà lavorare sulla fiducia dei cittadini che si è disintegrata. Ci si è spinti troppo oltre riuscendo di fatto a farsi odiare quanto e più dei propri predecessori. Se la giunta Galasso è stata l'amministrazione dei grandi scempi edilizi che ancora oggi paghiamo (Mercatone, tunnel) e della nascita del voto in cambio della polpetta, la degenerazione di Avellino città è una di queste, l'amministrazione attuale è quella dell'ignavia.

Non è riuscita a riscattare gli errori precedenti lasciandosi travolgere sia dal marasma di risacca, quello appunto dell'esperienza Galasso, sia dalle correnti intorno del quale il sindaco è ostaggio. Su tutti quelle del partitino, quello democratico a livello provinciale.

Tutti i protagonisti in gioco:

Correnti che rappresentano la grande incognite qualora Foti fosse riconfermato. La forza di questa maggioranza si è di fatto sgretolata sugli scogli dell'ultimo consiglio comunale. E poi il vento di questi giorni ne ha disperso i pezzettini. L'unica certezza: gli scenari chiari che si sono delineati.

La corrente Dameliana, forte anche nei successi in provincia frutto dell'alleanza con De Mita, vuole sfruttare il momento di debolezza complessiva, per imporsi anche nel capoluogo.

Il gruppo di quelli che nella confusione di questi giorni ci vanno a nozze. Invitando da un lato ad organizzare improbabili riunioni conciliatrici, mentre dall'altro continuano a rimestare l'acqua per renderla ulteriormente torbida. Il consigliere Gianluca Festa è uno di questi.

Passando oltre, c'è spazio anche per i samurai. Quelli come il consigliere Giancarlo Giordano che non ha mai pensato ad una mediazione col Pd. Anche quando la fragilità politica di questi giorni, poteva far auspicare una sua decisa entrata in scena.

Nell'ombra, ma poi neanche tanto, si sono i vecchi baluardi della politica. Quelli che sull'esito del 20 si giocano tanto, su tutto un'autorevolezza oggi fortemente compromessa. Su tutti l'ex senatore De Luca De Luca, uscito profondamente malconcio dalle vicende di questi giorni. Oltre alle sconfitte politiche, la solitudine di Foti è una di queste, c'è anche la partita sugli enti che lo vede perdente nell'ultimo match sull'Asi, che lo vedeva contrapposto con Famiglietti e De Caro al tandem D'Amelio-De Mita poi uscito vincitore. Tandem che ha confermato la sua forza anche nell'esito delle recenti amministrative.

Ecco per chi il 20 è decisivo:

In un simile variegato e complesso brulicare di umori, spesso guidato dallo sott'ombelico più che da logiche definite e un progetto, è impossibile trovare la quadra. E si capisce perché, per Avellino, il 20 sarà il giorno. Un giorno decisivo, non solo per Foti. In primo luogo Enzo De Luca che, perdendo il sindaco del quale è stato profondo sostenitore, riceverebbe l'ennesimo colpo alla sua credibilità. E poi la maggioranza attuale che di fatto crollerebbe andando incontro ad una vera epurazione. Rischio non scongiurabile, neppure nel caso in cui si accettasse la proposta di parte delle opposizioni: un governo di salute pubblica non ruoli tutti da definire. Anche perché nello stesso pd gli equilibri stanno cambiando. 

Certo, ad onor del vero, c'è anche da mettere in preventivo che la seduta del 20 sia rimandata per mancanza del numero utile. Ma, francamente, speriamo che ad Avellino sia risparmiata questa inutile e stucchevole agonia.

Andrea Fantucchio