Foglia: "Troppe incongruenze, il Tar mi riporterà in Regione"

Intervista all'ex consigliere: "Presidenti di seggio inesperti, ma a pensar male..."

Avellino.  

«Alla fine bisognerà vedere quanti voti verranno attribuiti. La situazione è molto fluida, alcuni li ritengo scontati per altri invece c'è da valutare». Pietro Foglia, ingegnere prestato alla politica, alle ultime elezioni regionali è rimasto fuori da Palazzo Santa Lucia per un pugno di voti. E nonostante le migliaia di preferenze racimolate, non è riuscito nell'impresa di confermare il seggio nel collegio irpino. Almeno in teoria, dal momento che la questione è al vaglio della magistratura amministrativa. «Ai primi di novembre si discuterà il ricorso, che avevo già inoltrato in primis al tribunale circoscrizionale di Avellino e poi all'ufficio centrale presso la Corte d'appello: entrambe – spiega Foglia in questa intervista ad Ottopagine – mi hanno però rimandato al Tar, che si pronuncerà nelle prossime settimane».

Inutile lanciarsi in previsioni: «Dal mio punto di vista come si legge chiaramente dai verbali alcune preferenze sono palesemente sbagliate, in altri ci sono cancellature, altri ancora sono “sequestrati”. Di questo se ne occuperà il Tar». Quanti sono i voti contestati? Per Foglia «circa duecento». Considerando che con una novantina e rotti potrebbe scattare il seggio, si capisce che la partita si gioca sul filo del rasoio. «Tutto nasce da una serie di scelte poco attente di alcuni presidenti di seggio, mi auguro inesperti e augurandomi che si tratti di questo e non di altro. Dal mio punto di vista – riprende Foglia – alcune preferenze sono palesi, dunque qualche perplessità c'è eccome. E, citando Andreotti, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina... Magari, invece, le mie stime sono eccessive: ecco perché ho chiesto la verifica del Tar, affinché si faccia chiarezza. Come detto, ci sono delle situazioni che devono essere chiarite», conclude. Insomma, sulla composizione del consiglio regionale dopo le ultime elezioni ancora non è stata detta l'ultima parola.

Giovanbattista Lanzilli