E’ normale chiedersi “di chi la colpa dell’emigrazione degli anni passati? Ricordo quando i “comizianti” erano servi dei notabili paesani. Finito il fascismo, quelli che avevano comandato, si sistemarono nei Partiti, per avere protezione. Ciò, si deduceva anche dai comizi nei quali erano assenti i problemi, mentre dominavano frasi latine e le offese ai concorrenti. Si organizzavano cortei per osannare il notaio o il barone.
Appena maggiorenne, imitando i socialisti emiliani, incominciai a interessarmi di politica e tentare di organizzare Cooperative agricole. Dopo quella di Rotondi, assieme a Don Federico De Bellis e Vito Casale, tentammo di costituirla anche a Cervinara. I commercianti, che avevano grande potere, reagirono, ricorrendo anche a minacce e il tentativo fallì.
Nel 1967, proposi di creare una Cassa Rurale. Rappresentanti della classe dirigente mi risposero che “la politica non fa queste cose”. Assieme al giornalista Gianni Raviele, organizzammo convegni per chiedere adesioni per la costituzione della Città Caudina. I nobili cervinaresi boicottarono il tentativo, temendo di perdere il ruolo di primi attori della Valle. Nel 1982, da Presidente della Comunità Montana Partenio, promossi una serie di iniziative sociali, a difesa del territorio montano e del suo sviluppo, anche turistico. E’ bello ricordare le iniziative sul territorio, come la Sagra della Castagna e quella della Fragola, con la nascita del “Fragolino”. Iniziative, che facevano crescere l’interesse per il territorio e nascere iniziative commerciali. Devo dare atto alla vivacità delle frazioni di Ioffredo, di Castello e di Ferrari. Con la collaborazione del Circolo Giovanile di Iuffredo, costituimmo una Cooperativa Giovanile, per utilizzare la Legge sull’occupazione giovanile.
Organizzammo anche convegni per sensibilizzare i politici e gli amministratori locali. Tutto inutile. Quando chiesi, nella logica delle Città Caudina, di impegnarci per la costruzione di un ospedale di Zona, i padroni di Piazza Trescine fecero finta di non sentire. Un autorevole cervinarese ideò la sciagurata Via a scorrimento veloce, che avrebbe rubato decine di ettari di terreno fertile all’agricoltura. Mi chiese il Patrocinio della C.M., che non concessi per valutazioni tecniche, economiche e morali. Dissi al Cervinarese: Fra 40 anni non sarà ultimata. Restai solo a cercare di ostacolare “l’affare”, rifiutando proposte oscene. La società appaltatrice, siciliana, mi minacciò, imponendomi di non tornare in Valle Caudina. Le Amminstrazioni restarono mute.
Nel 2005, da Assessore Provinciale mi posi il problema di valorizzare la Valle utilizzando il fiume Isclero. Chiesi agli Arch. GiuseppeVele e Maddalena De Vito, di predisporre un progetto per il Parco Fluviale Isclero. I due professionisti, senza percepire parcella, lo predisposero e lo presentammo nella Sala Comunale di Rotondi e in quella di Moiano. Cercai, inutilmente, di sensibilizzare anche il Comune di Cervinara. Nel 1985, sulla base di uno studio, proposi di creare tartufai, sull’esempio dei francesi. Non ebbi ascolto. Mi fermo qui. Perciò, la condizioni dell'emigrazione sono la conseguenza del comportamento di chi ha avuto responsabilità politiche e amministrative, nel corso degli anni. Purtroppo, la qualità della politica non è migliorata e ai caudini-irpini non resta che piangere.