Emergenza climatica ad Avellino, Iandolo: "Da tre anni solo parole"

Il consigliere di APP: "Il tema ambiente non è al centro dell'agenda di Festa"

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Avellino.  

«La tematica ambientale è da tempo al centro dell’agenda politica e sociale internazionale ma non dell’amministrazione Festa», tuona il Capogruppo di App Francesco Iandolo a tre anni dalla dichiarazione di Emergenza climatica e ambientale approvata all’unanimità in Consiglio Comunale e in vista del Nuovo Sciopero Globale per il Clima.

Non si tratta di una moda ma di una necessità se anche l’Unione Europea, con la direttiva del 2019 e l’Italia hanno voluto incrementare le iniziative per il raggiungimento di uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu.

Uno di questi è stata proprio la riduzione dell’utilizzo di plastiche monouso e Avellino, con la delibera del 2019, poteva essere una città modello, ancora oggi è in netto ritardo.

L’atto approvato, a distanza di tre anni, non ha prodotto nulla e non ha cambiato nessuna abitudine nemmeno nel palazzo di città. Basti pensare che in Consiglio Comunale sono ancora in distribuzione bottigliette di acqua in plastica– a differenza di quanto avveniva già in passato con l’utilizzo del vetro.

Tre anni comunque non sono bastati, ad esempio, per installare distributori d’acqua corrente e incentivare l’utilizzo di borracce, oramai diffusissime, e usate solo da qualche consigliere più attento. Fa specie come nemmeno il Presidente del Consiglio Maggio si faccia portavoce per l’effettiva esecuzione di una delibera voluta dal consiglio intero.

Ma lo stesso si può dire in città, dove al contrario di quanto avviene in altri centri piccoli e grandi in Europa si investe per aumentare fontane pubbliche di ultima generazione dove riempire le proprie borracce, in città oramai si contano sulle dita di una mano.

Certo, non basterebbe a risolvere il problema, ma sarebbe un gesto forte e necessario per le speranze dei giovani, periodicamente in piazza, che le istituzioni cittadine hanno tradito con il loro immobilismo.

I ragazzi, infatti, si sentono presi in giro dalla politica se non è capace nemmeno di dare l’esempio su cose semplici. Le cose da fare su questo tema sarebbero molte, dalla messa in sicurezza del territorio, in alcune zone ancora molto fragile, alle nuove politiche per la mobilità alternativa e sostenibile. Oggi anche la povertà energetica rischia di ampliare le disuguaglianze e questo è sempre più inaccettabile.

Bisogna accelerare per ampliare l’efficientamento energetico degli edifici e la produzione di energia rinnovabile anche sul patrimonio comunale – comprese le case di edilizia popolare – e favorire nuove comunità energetiche. Ma qui anche il tema dell’inquinamento non ci fa dormire tranquilli e bisogna oggettivamente fare di più.

«I giovani richiamano un impegno serio non per essere accontentati – sottolinea il capogruppo di APP – ma perché senza invertire la rotta è a rischio l’equilibrio mondiale ed è insopportabile non essere capaci di dimostrare attenzione nemmeno con gesti simbolici. Per questo domani sarò in piazza, per portare le istanze di quel corteo globale in Consiglio Comunale e per ridare speranza a questa generazione».