Ato rifiuti, Giuditta prepara la sfiducia a D'Alessio

Mentre il no presidente incontra i sindacati per discutere del piano e dell'affidamento del servizio

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L'alternativa la offre lo sfidante sconfitto, Giuditta: se D'Alessio si dimette si vota per un presidente terzo, capace di assicurare i numri necessari a mandare avanti l'ente

Avellino.  

Mentre il neo presidente D'Alessio incontra i sindacati per confrontarsi sul tema della gestione integrata dei rifiuti urbani nell’Ato di Avellino, nelle fila del Partito democratico si lavora per la sfiducia. L'idea ha preso corpo fin da subito, quando il voto per l'elezione dei vertici è finito in parità consegnando al più giovane la guida di un ente strategico che i Dem contavano di gestire con un accordo politico unitario. Accordo che, come ormai è noto, è stato tradito, portando il sindaco di Mercogliano, vicino alle posizioni del sindaco di Avellino Gianluca Festa e del consigliere regionale renziano, Enzo Alaia, a ricoprire un ruolo che ha preso alla sprovvista anche lui, per sua stessa ammissione.

Ruolo che però potrebbe durare poco se dovesse andare in porto l'operazione promossa dallo sfidante anziano uscito sconfitto, ovvero il sindaco di Summonte Pasquale Giuditta che sta raccogliendo le firme dei consiglieri dell’ente d’ambito, riferimenti del Pd, per presentare le loro dimissioni. Non solo i sei che hanno votato a favore di Giuditta, ma anche i tre sostituti consiglieri non eletti, puntando così anche a far uscire allo scoperto il sindaco che, secondo indiscrezioni, avrebbe in teoria tradito il suo partito fornendo il voto determinante.

Nel caso in cui a Giuditta riuscisse il tentativo di sfiducia, il consiglio dell’Ato rifiuti, appena eletto, decadrebbe, e l’ente d’ambito verrebbe un’altra volta commissariato dalla regione Campania fino a nuove elezioni. L'operazione tuttavia si presenta molto complessa, e potrebbe non sortire l'effetto desiderato. L'unica soluzione è rappresentata, secondo Giuditta, dalle dimissioni di D'Alessio. “Così com'è  l'ente è bloccato, non potrebbe mai amministrare – spiega il sindaco di Summonte - perché per votare gli strumenti straordinari come piano d'ambito e l'affidamento del servizio, serve il consenso dei due terzi dell’assise. La mia proposta è eleggere presidente un terzo consigliere. A dimettersi, quindi, dovrebbe essere D’Alessio, e io chiaramente non parteciperei alla contesa”. In pratica la soluzione proposta da Giuditta, semmai dovesse essere presa in considerazione, potrebbe recuperare capra e cavoli. Ma ormai la guerra tra i due fronti del centrosinistra irpino si è spinta troppo oltre per immaginare una qualsiasi forma di collaborazione. La balcanizzazione completa della politica irpina si sta plasticamente mostrando negli enti di servizio, dove sindaci e amministratori vengono spostati e usati come pedine di una scacchiera: Provincia, area pilota, piani di zona, comunità montane. Nessuno si lascerà scappare adesso l'occasione di governare un ente nel quale dovrebbe conlfluire, salvo sorprese, l'intera società provinciale dei rifiuti, Irpiniambiente, considerata da sempre un serbatoio elettorale prezioso per tutti i partiti.