Avellino, la vendita dei beni comunali non decolla. "Si deve cambiare strategia"

In commissione bilancio il piano di alienazione. Anche la trattativa per il municipio si è arenata

avellino la vendita dei beni comunali non decolla si deve cambiare strategia

Incassati solo un milione su 33 previsti. Giordano: "Il problema è che i beni così non sono appetibili"

Avellino.  

Patrimoni invenduti (o invendibili?) e gestione delle strutture sportive: all’ordine del giorno della terza commissione programmazione bilancio e patrimonio presieduta dal consigliere dem Nicola Giordano sono arrivati ieri mattina due dei grandi nodi amministrativi del Comune di Avellino. La discussione è andata avanti fino a quando non si è arrivati a parlare dello Stadio Partenio Lombardi, quando i componenti della maggioranza hanno abbandonato la seduta. Ma procediamo con ordine. All’esame della terza commissione innanzitutto il Piano di alienazione. Assente l’assessore al bilancio, Vincenzo Cuzzola. Presenti, oltre a Giordano, i consiglieri Giovanni Cucciniello, Carmine Montanile, Luigi Preziosi e Amalio Santoro.

“Ricordo che sui 33 milioni di euro di incasso previsti, il Comune di Avellino ad oggi ha venduto beni per poco più di un milione – spiega Giordano – Per un ente con gravi difficoltà finanziarie si capisce che il tema è di fondamentale importanza ai fini del Piano di riequilibrio. I dirigenti del settore patrimonio hanno fatto presente che in questi ultimi due anni c’è stata la pandemia che ha di fatto rallentato, se non disincentivato, gli investimenti, e questo non ha favorito la vendita, ma secondo noi resta il problema di fondo che è la mancanza di appetibilità dei beni da alienare”.

Dopo aver ceduto l’ex Asilo Patria e Lavoro all’Ordine dei medici per 485mila euro, e pochi altri immobili, pochi mesi fa è arrivato un nuovo bando. Al netto delle 33 richieste di acquisto di alloggi comunali, il resto è sostanzialmente rappresentato da diritti edificatori, come la famosa zona Ni01, tra i pezzi più “pregiati” del patrimonio comunale. Valore di mercato: 6,8 milioni di euro. “Se non si procede a realizzare quanto prima i piani particolareggiati quelle aree restano proprietà indistinte – incalza Giordano – e nessun imprenditore può investire senza sapere cosa fare, perché non esiste un piano esecutivo approvato”.

Da qui la richiesta di rivedere tutto il piano di alienazione: “E’ chiaro che fino ad ora non si è centrato l’obiettivo: un fallimento dopo l'altro. C’è la possibilità, prevista dal regolamento, di abbassare il prezzo del dieci per cento. Ma non credo sia una questione di prezzo – aggiunge il consigliere di opposizione – E’ ormai chiaro che si tratta dell’impossibilità di utilizzare quelle aree”. Capitolo a parte la vendita dell’edificio municipale di Piazza del Popolo. La trattativa avviata da mesi con la Guardia di Finanza, interessata ad acquistare una parte dell’immobile, si è arenata. “Stando a quanto si è appreso sembra che il grado di vulnerabilità sismica dell'edificio comunale non sia conforme agli standard a cui devono sottostare le caserme – spiega ancora Giordano – Le sedi militari devono rispondere a requisiti di sicurezza diversi. Si stanno facendo le dovute valutazioni per fare dei lavori di adeguamento, ma ad oggi anche questa vendita appare improbabile, o quanto meno lontana e questo non aiuta le previsioni della giunta”.

Giordano propone di verificare la possibilità di eliminare dal Piano di alienzione l'unico suolo edificabile del comune con destinazione residenziale pubblica, quello del quartiere San Tommaso. “Ho segnalato questa possibilità per un motivo molto semplice: abbiamo l'opportunità in quel suolo di realizzare alloggi a rotazione con i fondi regionali per la sostituzione edilizia”. Infine le strutture sportive, e dunque il Palazzetto dello sport. Utilizzato negli ultimi tempi dall'Asl come centro vaccinale, resta il problema della gestione di locali che mostrano l'urgente bisogno di un intervento di manutenzione. “Bisogna trovare un nuovo modello di controllo – aggiuge il consigliere Giordano – la “co-gestione” di cui parla l'assessore Giacobbe è inesistente, non sappiamo nemmeno chi apre o chiude la struttura, non esiste un responsabile unico. Sappiamo solo che il Palazzetto costa all'ente circa 71mila euro all'anno e noi abbiamo incassato quest'anno solo 13 mila euro. Se queste sono le cifre è chiaro che c'è qualcosa che non va. Per questo propongo che almeno per il controllo si sottoscriva una convenzione con l'Acs, rivedendo il modello di gestione, i canoni e le tariffe. Stop alla gestione casuale ed estemporanea”.