Il nome di Angelo Antonio d'Agostino, imprenditore e sindaco di Montefalcione, emerso in queste ultime ore per la corsa alla provincia di Avellino ha spiazzato tutti. Almeno tutti quelli che nel centrosinistra avevano creduto nella possibilità di andare alle urne il 18 dicembre con un candidato unitario. Ma lo strappo dei renziani, che rivendicano la presidenza contro il nome proposto dal Pd, (quello di Rino Buonopane, sindaco di Montella), ha prodotto una insanabile spaccatura. Il progetto “alternativo”è guidato da Italia Viva, insieme a Più Europa, Partito Socialista, Azione, Moderati e demitiani. Su D'Agostino, nome di riferimento del sindaco di Avellino Gianluca Festa, a questo punto potrebbero confluire anche gli amministratori del centrodestra.
“Purtroppo questi sono i fenomeni che hanno condannato il Mezzogiorno: il notabilato, il trasformismo, l'opportunismo – dichiara Antonio Gengaro, esponente dem ed ex presidente del Consiglio Comunale di Avellino - È una follia che D'Agostino abbia partecipato il giorno prima a una riunione al Nazareno con Petracca ed altri esponenti del Pd, a quale titolo? e il giorno dopo si è candidato contro il Pd. Lo stesso ha avuto una candidatura offerta su un piatto d'argento sempre dal Pd alle scorse politiche e ha perso. Ritengo che D'Agostino sia il prototipo del candidato ideale della destra. Non ha niente a che fare con lo schieramento progressista, la sua storia, il suo modo di intendere la politica, sono alternativi ai valori riformisti e democratici. E forse ha trovato la sua giusta collocazione adesso in uno schieramento di natura così ambigua...”
Uno schieramento che conta tuttavia già molti sostenitori in seno agli amministratori irpini, e può contare adesso anche sul voto ponderato del Comune di Avellino che ha un peso specifico determinante sul risultato.
“Sicuramente è una candidatura forte” aggiunge Gengaro che non manca di muovere una dura critica verso i vertici del Pd per come è stato gestito il processo che ha condotto alle candidature per Palazzo Caracciolo.
“Il vero problema adesso ce l'ha il Partito democratico che avrebbe dovuto aprire una discussione nel centrosinistra sul programma e, insieme agli alleati, trovare il candidato. Perché si è scelto il sindaco di Montella e non quello di Ariano o di Cervinara? Chi lo ha deciso? Il gruppo dirigente del partito non può pensare di chiudersi in una stanza e decidere chi debba essere candidato sperando che tutti gli altri li seguano come pecore... Mi sembra un modo folle di condurre la linea politica del Pd in Irpinia”.
Oltre le elezioni provinciali ci sono le politiche. Il sindaco di Montefalcione potrebbe puntare a questo punto anche al parlamento.
“È anche legittimo che D'Agostino punti alle politiche, ma non con il Pd. L'unica cosa buona che è emersa da tutta questa vicenda è che finalmente si fa chiarezza: D'Agostino sta col centrodestra e Italia Viva, con tutto il suo portato di conflitti di interesse e trasformismo. Il Pd e il centrosinistra con i cinque stelle sono tutt'altra cosa” conclude Gengaro.