Pizza: "Noi, senza mine vaganti interne, lavoreremo a un centrosinistra vero"

Sanità e distribuzione attenta delle risorse: questi i primi passi contro l'emarginazione

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L’Irpinia non può essere collegata al resto della penisola solo attraverso una striscia di asfalto, non possiamo accettare che l’Alta Velocità o alta Capacità lambisca la nostra provincia non favorendone il collegamento col resto della nazione

Avellino.  

 

di Nello Pizza

La svolta unitaria del partito democratico ha creato un effetto domino sulla scena politica irpina con il conseguente rimescolamento delle posizioni, favorendo la potenziale nascita di un quadro politico più chiaro e trasparente.

Le candidature che si profilano all’orizzonte della prossima scadenza per la elezione del presidente della provincia, ne sono la plastica dimostrazione.

La scelta del Presidente D’Agostino di guidare la nascente coalizione tra Italia Viva e quell’area facente capo al Sindaco di Avellino da una parte, e la candidatura del Sindaco di Montella per lo schieramento che vede il PD insieme al panorama della sinistra irpina, con la ulteriore adesione del Movimento Cinque stelle dall’altra, possono portare a sviluppi estremamente positivi.

Intanto, il Partito Democratico può proseguire lungo il percorso che porta alla tanto agognata unità senza mine vaganti al suo interno, e soprattutto potrà lavorare a quel progetto di centro sinistra che non è solo una suggestione, ma una prospettiva concreta e politicamente di grande respiro, sulla scia di quanto già si va costruendo a livello nazionale.

Il presidente D’agostino ricompone la sua alleanza con Gianluca Festa, che pareva appannata, figlia di un legame che non è solo politico ma soprattutto umano ed affettivo, tanto forte da spingerlo di fatto, a ripudiare l’adesione al Partito democratico avvenuta poche settimane orsono e in conseguenza della quale lo stesso partito gli aveva riconosciuto onori e considerazione tanto da farlo parte della riunione che aveva sancito la nuova concordia nel partito.

Una scelta in fondo coerente con la loro storia politica, di fatto mai sviluppatasi all’interno del Partito democratico ma quasi sempre in contrapposizione con esso, peraltro lo stesso D’agostino accettando la candidatura, soccorre il Sindaco consentendogli di uscire dall’angolo, addirittura capovolgendo una situazione dimostrando anche, come nel contesto politico coevo, egli si muova con molta abilità unita alla consueta disinvoltura.

Ma tornando alle nostre cose, quelle di cui vogliamo parlare ed occuparci, questo nuovo centro sinistra che nasce in questo scenario, come detto, ha in sé tante note positive, legate ad un progetto politico che non è solo sommatoria di consensi ma condivisione di ideali e progetti, che vede partecipi forze omogenee politicamente e, con una platea elettorale molto più vicina di quanto gli stessi rappresentanti possano immaginare.

Ai tanti amministratori che hanno aderito al Partito Democratico, ai tanti che già ne erano parte, ai tanti semplici militanti, finalmente viene proposta una candidatura unitaria senza distinguo o mal di pancia che in passato avevano favorito colpi di mano o piccoli tradimenti dell’ultima ora, viene tracciata una strada lineare da percorrere alla luce del sole e che potrà portare alla elezione di un Presidente della Provincia espressione diretta del partito Democratico.

Tutto questo con la ulteriore ambizione di avere presto anche una segreteria politica che possa ridare al partito una struttura ed un organigramma per essere riferimento e, soprattutto, fare da traino ad una comunità, quella irpina, ferma al palo della decrescita, della fuga dei giovani dal territorio, della stagnazione economica e della emarginazione sociale.

Il Partito democratico e chi lo rappresenta, non può e non deve perdere questa occasione di tornare alla Politica con la maiuscola, tornare sui territori, tra la gente, recuperando quel ruolo che la sua genesi gli conferisce per eredità naturale e che troppo spesso ha tradito o dimenticato.

Troppo spesso, la politica irpina è stata solo opportunismo, clientela, sfruttamento della disperazione individuale e sociale, senza alcuna spinta ideale o progettualità lungimirante, troppo spesso ci si è dimenticato del bene comune, troppo spesso i piccoli interessi di parte e localistici, la ricerca di una utilità marginale, ha prevalso sull’interesse generale o sul bene comune.

L’Irpinia non può essere collegata al resto della penisola solo attraverso una striscia di asfalto, non possiamo accettare che l’Alta Velocità o alta Capacità lambisca la nostra provincia non favorendone il collegamento col resto della nazione, con un collegamento reale ed effettivo che non sia solo quello delle merci ma anche delle persone.

Troppe e troppo ampie sono le zone della nostra terra prive delle c.d. infrastrutture immateriali, che ci emarginano ed allontanano dal resto dell’Europa, senza questi collegamenti nessuno avrà la forza e la voglia di investire ancora nella nostra terra, sulla nostra gente.

Un partito che vive il suo territorio che sta tra le persone, non potrà non esser attento e vigile a che tutto ciò avvenga, come dovrà essere attento e vigile sulle politiche sociali, sulla sanità sulla distribuzione delle risorse.

L’emarginazione sociale sempre più profonda e, quindi, nascosta, una emergenza sanitaria legata anche ad una non sempre efficiente distribuzione del risorse che porta ad improvvise ed impreviste sospensioni dell’assistenza anche per malati gravi, una non sempre oculata gestione delle risorse che pure ci sono, porta al verificarsi di ingiustizie sociali e umane che non fanno che aggiungere disagio e dolore, fomentando rabbia e alimentando il disinteresse e la disaffezione per la politica e l’impegno sociale.

Di tutto questo deve occuparsi un partito che sia propositivo, inclusivo, radicato e… democratico.

Insomma, l’occasione è unica e irripetibile, costruire l’unità nel partito democratico per ri-costruire il Partito democratico per ritornare a fare Politica.