Provinciali, c'è il veto su Italia Viva. Strada in salita per il centrosinistra

Amalio Santoro: "Bene iniziativa del Pd, ma Italia Viva è un "fattore di inquinamento"

provinciali c e il veto su italia viva strada in salita per il centrosinistra

Le forze del centrosinistra allargato al Movimento Cinque Stelle cercano l’intesa. Si a Buonopane ma bocciato il metodo

Avellino.  

Dopo il primo confronto interpartitico convocato dal commissario del Pd Michele Bordo, le forze del centrosinistra allargato al Movimento Cinque Stelle cercano l’intesa per le elezioni provinciali. Il tentativo di Bordo è stato apprezzato: da tempo si chiedeva un tavolo, e forse è arrivato anche tardi, ma i margini per presentarsi uniti all’appuntamento del 18 dicembre sono ampi, posto che il nome avanzato per la presidenza dall’ala deluchiana dei Dem, quello del sindaco di Montella, Rino Buonopane, sta bene anche a De Caro e Petitto e intercetta a grandi linee il consenso dell’area di sinistra e progressista. A patto però che il Pd si sganci dai renziani di Italia Viva. Su questo punto è stato netto Amalio Santoro (Si può) che insieme a Nando Picariello (M5S) e Francesco Iandolo (APP) hanno incontrato la stampa.

“A Palazzo Caracciolo alberga da tempo un gruppo trasformistico che pensa di fare di quel luogo una cosa propria – spiega Santoro -  Devo dare atto al commissario Bordo di aver provato a ricomporre una sintesi del cosiddetto mondo del PD e mi auguro che questo lavoro sia portato avanti. C’è bisogno comunque di precisare il confine della coalizione e, lo dico con grande franchezza, Italia Viva in questa provincia è diventata una sorta di “fattore di inquinamento”, anche perché lì dentro si rifugia tutto il centro destra incapace anche di stare in campo e di darsi una sua veste organizzativa. Noi guardiamo al modello del Conte 2 per una prospettiva di ricomposizione di questo campo largo, ma dobbiamo organizzare una coalizione combattiva, che utilizza questi pochi giorni per provare anche a suscitare un po’ di attenzione della pubblica opinione sui grandi temi: ambiente, trasporti, edilizia scolastica, lavoro. Non è esclusa la formazione di una lista di bandiera per il consiglio, anche se – aggiunge Santoro - se si crea il clima giusto, la formula organizzativa con il numero delle liste si trova insieme al candidato presidente”. Sui contenuti programmatici insiste anche il consigliere a cinque stelle Picariello che guarda anche oltre le provinciali, ovvero alle prossime politiche: “Siamo all’inizio di un percorso, forse è presto per dirlo, ma sicuramente le provinciali potrebbero rappresentare un laboratorio politico in vista di scadenze elettorali più importanti, a patto che si torni a parlare di grandi temi prioritari, il lavoro, la sanità e i trasporti, e non di occupazione di poltrone”. 

La grande incognita a questo punto è Italia Viva. La rottura si è già consumata. I renziani hanno provato, invano, a convincere il Pd a convergere su un nome di “continuità” con la consiliatura Biancardi. Il coordinatore provinciale Palmieri contesta il metodo, rivendicando il diritto ad esprimere il candidato alla Presidenza della Provincia, ma nel contempo apre ad una soluzione di sintesi a condizione che sia superato il nome di Buonopane. Per i renziani le opzioni sono due. La prima è proporre un candidato “terzo” come il sindaco di Montoro Girolamo Giaquinto in grado di intercettare i voti dei rappresentanti moderati sia di centrosinistra non allineati al Pd che quelli spostati a destra. Meno probabile, ma non del tutto esclusa, la possibilità di sostenere il sindaco di Avellino, Gianluca Festa che, nonostante le indicazioni diverse dei suoi sostenitori potrebbe ugualmente provare la scalata di Palazzo Caracciolo. Un’opzione questa tutta da valutare, sia per Festa che per i renziani i quali difficilmente metterebbero a rischio il rapporto di fiducia con De Luca. Il sindaco dal canto suo sa che forzare la mano significherebbe rimanere solo in consiglio comunale, mettere mano a un rimpasto di giunta e rischiare la sfiducia.