«Ambiente, la Regione intervenga»

Il comitato di Gesualdo “No trivellazioni” contro politici e istituzioni: serve chiarezza

Avellino.  

«La coscienza comune irpina, da tempo, si misura con la matura consapevolezza che sia proprio l’agroalimentare la più realistica delle prospettive di sviluppo di questo territorio». Il comitato civico “No trivellazioni” di Gesualdo carica a testa bassa contro le istituzioni. «Politici e imprenditoria ultimamente si confrontano su proposte e idee di crescita, ma manca clamorosamente una piattaforma programmatica di riferimento in grado di alimentare programmazioni virtuose.

 

Basti solo pensare che la provincia dei Docg, degli Igt e dei Dop non ha uno straccio di norme di salvaguardia territoriale per rendersi conto che non esiste una politica di tutela, in grado di preservare e valorizzare il grande potenziale dell’agro-alimentare irpino. La mancanza di questi strumenti, unita alla gestione superficiale del territorio, ha reso questa provincia vulnerabile ed indifesa rispetto alle speculazioni e ai progetti faraonici dal forte impatto ambientale. La questione petrolio, con tutte le sue criticità, ha fatto emergere questa che appare una forte emergenza riguardante la tenuta stessa del sistema economico irpino nella sua totalità». Il comitato chiede chiarezza.

 

«A chi giova questa confusione? A cosa serve mantenere costantemente aperto questo sistema di porte scorrevoli che, oltre a qualche finanziamento europeo, porta dentro anche petrolio e rifiuti? Con la campagna di sensibilizzazione, ormai da due anni, si sollecita una valutazione della questione petrolio come questione di sistema, oltre che di emergenza ambientale.

 

Tutelare le acque irpine, così come salvaguardare il paesaggio rurale, non rappresentano di certo semplici slogan di una campagna negazionista, ma, evidentemente, istanze dal forte contenuto politico, rispetto alle quali non si può non verificare assoluta mancanza di sensibilità». Il comitato tira in ballo anche la Regione.

 

«E ci si interroga ancora, senza riuscire a trovare una reale risposta, sul motivo per il quale le indicazioni del Ptr regionale non siano ancora state tradotte in ferme regole di governo del territorio, così come, nonostante il continuo emergere di vertenze ambientali, non si sia mai creato un tavolo di discussione concreta su quali strumenti adottare per il rilancio di questo settore in Irpinia. Questa classe dirigente regionale, che da qui a poco imperverserà in una caotica campagna elettorale, saprà dare slancio a queste istanze di cambiamento? Avrà il coraggio di dare forza ad una visione di sistema finalmente consolidata intorno ad un’idea di sviluppo chiara e concreta?».