Consiglio comunale monotematico sulle iniziative assunte e a farsi riguardo l’emergenza Covid-19. Avellino torna alla dialettica politica dopo un lunghissima pausa, giudicata a tratti eccessiva anche dal Prefetto che su sedute consiliari e funzionamento delle commissioni ha bacchettato il sindaco Gianluca Festa.
Le prove tecniche del confronto online sono andate decisamente meglio di come si è svolta la riunione al centro direzionale di Napoli del consiglio regionale. Dopo una rapida introduzione del presidente del consiglio comunale Ugo Maggio, ha preso la parola il primo cittadino.
Festa, con notevolissimo impiego di tempo, ha ripercorso con spaventose dosi di egocentrismo e sacchi di retorica tutto quello che l’amministrazione che guida ha messo in campo nei giorni bui dell’emergenza.
Qualcuno dovrebbe spiegargli che è stato Roberto Francese, il suo collega di Robbio, ad effettuare per primo i test rapidi alla popolazione. Quando Gianluca Festa ancora aspettava la tenda della protezione civile, in provincia di Pavia ne avevano già eseguito a migliaia.
Sostenere che la “comunità internazionale tutta sta seguendo le scelte anticipate da Avellino” francamente spaventa. Sono eccessi che proiettano Festa in una dimensione soltanto sua, lontana dalla realtà, politicamente inutile: clamorosi autogol che neanche il popolino più sprovveduto beve più.
L’altro incespo è stato definire “inutili panda” i rappresentanti delle opposizioni che in queste settimane hanno tentato di prospettare visioni diverse, chiedendo il riavvio di un confronto democratico interrotto. Vuole o non vuole, il sindaco, l’amministrazione, i conti in consiglio comunale li deve e continuerà a doverli fare.
Sulle cose concrete, Festa ha ripetuto cose già note: venderà l’attuale sede del municipio per tornare a palazzo De Peruta. Un programma di vendita di beni che anche Galasso e Foti, prima di lui, hanno tentato portando nelle casse comunali giusto il corrispettivo di qualche ambito box lungo corso Vittorio Emanuele. Se questo è il programma per rientrare dal predissesto…
Sui cantieri l’accenno a piazza Castello e all’appalto dell’ultimo tratto del tunnel è stato già annunciato, nel corso degli ultimi dieci anni, da altri tre sindaci prima di Festa. Certe cose ad Avellino finiscono in macchiette e ce ne dobbiamo fare una ragione.
Il campo Coni aperto da lunedì a numero chiuso (settanta persone al massimo) e la cura del verde, unitamente alla costante sanificazione delle strade sono appena l’A-B-C per un’amministrazione che si dice ambiziosa.
Fin qui Festa. Aspettiamo i panda dell’opposizione.
Nicola Giordano. "Basta intrattenimento e autocelebrazioni che sanno di propaganda. Le ricordo la distribuzione del gelati scaduti. I veri banchi di prova sono la riattivazione del piano di zona sociale, pensare alle esenzioni della Tari e della Tosap, altro che invitare la gente ad avvicinarsi per vendere bacinelle. Spieghi perché una ditta di intrattenimento per bambini debba gestire fasi importanti del piano di zona".
Sul programma di vendita dei beni pubblici Giordano ha consigliato a Festa di mettere mano ai piani particolareggiati, per dare il via alla compravendita dei diritti edificatori "unico vero tesoretto nelle mani dell'amministrazione. Perchè se si immagina di incassare soldi vendendo le case alle persone è bene che si sappia che neanche regalandole gli assegnatari le accetterebbero". Una chiosa al curaro è stata riservata da Giordano (uno dei panda) all'assessore De Falco, assente da ogni riunione di giunta da lungo periodo, non collegata neanche in streaming: "Per la città si lavora seriamente, De Falco devolva la propria indennità", lasciando intendere (Giordano) che l'assessore non se la sarebbe guadagnata. Parole sue.
Amalio Santoro. Il consigliere di opposizione sprona il sindaco a dare una visione di possibile futuro a breve termine, piuttosto che pavoneggiarsi cvon quelle cose fatte poco e male. Da medico Santoro ha richiamato il sindaco al "dovere" di confrontarsi con il manager del Moscati, l'ospedale cittadino che ha sprecato le settimane di ancipo che aveva sull'emergenza dimostrandosi fragile. Al riguardo, cita Santoro, l'esempio della palazzina Covid ultimata solo in parte e quando oramai non serviva più. Il consigliere invita il sindaco a organizzare un confronto serio con i vertici del Moscati e dell'Asl per sapere come è stata organizzata (se lo è stata) la sanità sul territorio. Santoro ha poi parlato della scuola, dell'obbligo di organizzarsi per evitare classi pollaio. Citati come cattivi esempi di cose irrealizzate e che adesso sarebbero tornate utili come la metropolitana leggera o il parco del Fenestrelle. Santoro ha bacchettato Festa sulle risorse investite per allestire Campo Genova (dove sono stati effettuati i test rapidi) tralasciando alternative, pure disponibili, e a costo zero. Santoro ha parlato di gestione nebulosa dell'emergenza, evitando di fare "i fenomeni" promettendo cose che, poi, per l'esiguità delle risorse, si trasformeranno in un inganno.