Regionali, partono le querele a catena per la Bindi

I reati ipotizzati: diffamazione, attentato ai diritti politici e costituzionali e abuso d'ufficio

Avellino.  

Tra danneggiati e presunti tali partono le querele a catena contro la presidente della commissione antimafia del Senato Rosy Bindo. L'accusa comune è quella di aver reso noto l'elenbeco degli impresentabile a 24 ore dal voto.

 I reati ipotizzati: diffamazione, attentato ai diritti politici costituzionali e abuso d’ufficio. Sullo sfondo, come ai legali di Vincenzo De Luca è ben noto, la delicata valutazione sull'immunità parlamentare che rende deputati e senatori non perseguibili per i reati eventualmente commessi nell'esercizio delle loro funzioni. Ma è un'altra puntata, forse, del De Luca contro tutti. Enzo lo sceriffo va avanti come se nulla pendesse sul suo capo. Dopo De luca è seguita la querela di Sandra Lonardo Mastella.

Paola Iandolo