La CGIL in piazza, ma demonizzare l'avversario non serve

Gli attacchi a Salvini e l'esempio di Berlusconi facciano riflettere

Avellino.  

“L'Irpinia non si lega”: un sottile gioco di parole per dire che il capoluogo e la provincia non vogliono sottomettersi alle politiche razziste e discriminatorie del Carroccio. La Cgil la rete antifascista, l'unione degli studenti migranti e semplici cittadini in piazza per contestare la deriva sovranista che sta prendendo il governo gialloverde. Tanti i punti messi nel mirino dal segretario Cgil Franco Fiordellisi. “Innanzitutto il decreto sicurezza che tratta il fenomeno migratorio come mero problema securitario. Poi l'introduzione della Flat Tax che collide con il principio costituzionale della progressività della tassazione. Infine l'autonomia differenziata che apre le porte alla secessione dei ricchi. Non possiamo dimenticarci le parole di Salvini che ancora risuonano nelle nostre orecchie. I continui attacchi a tutti i Sud del mondo, ora il Mezzogiorno ora i paesi africani, questo non è lo stato sociale che noi inseguiamo e sogniamo”.

I numeri della protesta del sindacato eri non erano comparabili a quelli che, all'esterno del cinema Partenio, accoglievano Salvini come il Messia. Questo potrebbe farli interrogare sull'effettiva bontà di continuare a demonizzare l'avversario. La sensazione è che più si usano termini e concetti duri e sprezzanti nei confronti del proprio antagonista politico, più questo acquista consensi crescenti nella popolazione sempre più insoddisfatta e sull'onda dell'antipoltica. L'esempio di Berlusconi in vent'anni di vita politica docet ed è quello che si sta ripetendo nell'Italia di Salvini al tempo dei social e dei selfie.