“I sindaci i soldi per sottoscrivere l’aumento di capitale non li hanno. Questa è una realtà che, dopo il rinvio dell’assemblea di oggi, nessuno può più ignorare. La linea assunta dal vecchio consiglio di amministratore dell’Alto Calore era ed è inattuabile. Il rammarico è che per fare prove di forza, mostrare inutilmente i muscoli, abbiamo perso cinque mesi inutilmente, senza nemmeno affrontare il problema”.
Giuseppe Spagnuolo, sindaco di Atripalda, è uno degli amministratori che sull’aumento di capitale per provare a salvare l’ente idrico ha sempre manifestato forti dubbi. Ribadita la volontà di fare ogni mossa possibile, Spagnuolo aveva proposto che di Alto Calore si discutesse, apertamente, tra tutti i sindaci interessati e senza esporre bandiere o appartenenze. Un dialogo che la componente Pd, a luglio, non ha voluto aprire immaginando risorse e possibilità velleitarie.
“Beh, sì. Se ci avessero ascoltati il 30 luglio scorso, quando in assemblea già avevamo proposto di fermare tutto e provare a ragionare confrontandoci seriamente, forse a quest’ora una soluzione percorribile l’avremmo già individuata. In ogni caso, apprezzo moltissimo la posizione di Biancardi, la sua richiesta di sospensione è segno di equilibrio, come è capacità politica aver immaginato di portare la vicenda Alto Calore in un tavolo aperto a tutti i sindaci. Il presidente della Provincia ha avuto il coraggio di fare quello che, purtroppo, altri sindaci in estate non hanno capito”.
Per il resto, la montagna di debiti accumulati, tutto è lì, irrisolto, pesante.
“Soltanto una proposta condivisa, sostenuta da tutti i sindaci e quindi con basi politiche serie”, spiega Spagnuolo, “riuscirà a coinvolgere Regione e Governo per trovare fondi e futuro. Un futuro, per Alto Calore, che dovrà essere pubblico sì, ma con garanzie gestionali da vera società, che deve il massimo rispetto a una risorsa bene primario e ai cittadini cui erogare un servizio tanto efficiente quanto meno costoso possibile”.