di Pierluigi Melillo
Il Pd irpino volta pagina, ma già si annunciano i ricorsi. Solita storia a via Tagliamento. “Ma scontri e polemiche ormai dobbiamo lasciarli alle nostre spalle: adesso dobbiamo ritrovare l'unità interna”, spiega Giuseppe Di Guglielmo, votato da 3mila iscritti, quasi il 34 per cento del partito.
Gli sconfitti contestano. “Un risultato incoraggiante”, lo definisce lui nell'intervista a Otto Channel 696 tv (in onda alle 14.40 e 20.35 nella rubrica “Punto di vista”) mentre gli sconfitti che puntavano sull'ex tesoriere Michelangelo Ciarcia continuano a parlare di “congresso farsa” e di “risultato modesto”, anche se poi non hanno partecipato al voto. Ha le idee chiare Di Guglielmo, un giovane delle zone interne (è di Calitri dove è stato anche assessore comunale), che spera nella rinascita del partito, uscito con le ossa rotte dal voto delle politiche del 4 marzo.
La lezione del 4 marzo. “Spero che tutti all'interno del Pd abbiano capito la lezione. Ora dobbiamo metterci al lavoro per le amministrative”, spiega. E c'è da fare subito i conti con il caso Avellino. L'area De Caro ha già cancellato le primarie, interpretando così la strategia dettata dal Pd di Roma. Di Guglielmo la vede diversamente.
Primarie per Avellino. “Le primarie – chiarisce - sono previste dal nostro statuto. E sono al centro della nostra mozione. Si tratta di uno strumento che potrebbe consentire al partito di ricostruire il rapporto con la gente, specie nella città di Avellino. Ma devono essere un punto di partenza e non di arrivo. Diciamo che sulle primarie ci sono valutazioni diverse, anche da parte di esponenti autorevoli del partito che io rispetto”.
L'emergenza è finita. Di Guglielmo è pronto a iniziare la nuova avventura alla guida del partito che esce da tre anni di gestione emergenziale, prima con il direttorio e poi con il commissariamento di Ermini. “Ci sono le condizioni per ripartire. Il congresso è finito, ora dobbiamo guardare avanti e superare le divisioni che sono soltanto dannose”.