Di Stefano lancia Casapound: «Saremo in ogni seggio»

Sull'alleanza fra Berlusconi, Salvini e la Meloni: «Davvero poco credibili».

Di Stefano convinto di superare lo sbarramento del tre per cento per accedere alla corsa in Parlamento: «Saremo in ogni saggio anche per le amministrative».

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Casapound è l'unico movimento a portare avanti temi abbandonati da altri: parlo della volontà di uscire dall'Euro e da quest'Europa che ci schiaccia e ci devasta. Valori sanciti dalla nostra costituzione che troppo spesso vengono dimenticati». Il vicepresidente nazionale di Casapound, Simone Di Stefano, in visita ieri sera ad Avellino per l'inaugurazione della nuova sede delle tartarughe frecciate, fa il punto sulle imminenti politiche. Ma non rinuncia a parlare di questioni locali. Presenti anche il coordinatore regionale, Ferdinando Raiola, e quello di Avellino, Antonio Genzale.

Di Stefano è critico verso l'alleanza tra il leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, con Roberta Meloni di Fratelli d'Italia e Matteo Salvini della lega nord. Una coalizione così eterogenea, nei valori e negli umori, da aver deluso tanti elettori che potrebbero ritrovarsi proprio negli ideali portati avanti da Casapound.

«Un malcontento che riguarda anche tanti simpatizzanti dei Cinquestelle: parlavano di uscire dall'Europa, ora si sono tirati indietro. Non gli unici a tradire i propri valori. La stessa sinistra radicale, oramai, è più concentrata nelle campagne antifasciste che a parlare ai precari, ai disoccupati, agli imprenditori che hanno perso le aziende per la delocalizzazione. Queste sono invece le persone alle quali noi ci rivolgiamo: persone che hanno bisogno di una politica seria e onesta che li rappresenti», chiarisce Di Stefano.

Vede una truffa nelle ipotesi del reddito di cittadinanza e dell'abbassamento delle tasse sventolato proprio dalla coalizione di centrodestra.

«Si tratta di una truffa elettorale perché non è corroborata da dati finanziari. Per poter davvero concedere ai cittadini italiani un reddito di cittadinanza è necessario uscire dall'Europa. L'Unione Europea non consentirà mai all'Italia quell'autonomia organizzativa per poter concedere il sostegno economico sventolato da alcuni partiti in campagna elettorale», spiega il leader di Casapound.

Le tartarughe frecciate sono pronte a dare battaglia in ogni seggio. Incluso Avellino.

«Sempre nel rispetto della democrazia e della costituzione. Come abbiamo sempre fatto: dove siamo stati eletti ci siamo riusciti seguendo le procedure sancite dalla nostra costituzione. Quei valori che anche altri dovrebbero imparare a conoscere», sentenzia Di Stefano.

Sulle proteste contro la scelta del Comune di Avellino, poi ritirata, di concedere il parcheggio di Piazza della Resistenza ai militanti di Casapound, il leader di estrema destra ha spiegato che: «Si tratta discorsi anacronistici. La guerra civile è finita oltre settant'anni fa. Se volessimo far valere discorsi simili, gli ex partigiani non dovrebbero utilizzare l'Inps (Istituto nazionale per la previdenza sociale) visto che lo ha introdotto Mussolini (Il partito fascista aveva trasformato la “Cassa nazionale per le assicurazioni sociali” in “Istituto nazionale fascista della previdenza sociale (INFPS)”. L'assicurazione contro la vecchiaia fu estesa dai soli dipendenti pubblici a quelli privati).

Sull'ipotesi di un'alleanza con il centrodestra Di Stefano ha chiuso ogni spiraglio di trattativa in fase elettorale: «Se dovessero vincere le elezioni, Casapound in Parlamento potrebbe appoggiare solo un esecutivo di sovranità: che approvi l'uscita immediata dall'Euro e dall'Europa. Ovviamente un appoggio esterno: non vogliamo alcun ministero».

Anche se il leader di estrema destra è duro sul governo che dovrà venire fuori: «Con questa legge elettorale – conclude – andremo incontro a un Monti-bis. Un tipo di governo tecnico che potrà solo devastare il paese poiché impossibilitato a governare».