Con la scomparsa del sindaco Michele Di Biasi, si attende il pronunciamento della Prefettura di Avellino. Mentre la cittadinanza elabora il lutto per la perdita del primo cittadino, il Prefetto dovrà sciogliere il consiglio comunale e stabilire se il Comune potrà partecipare o meno alla prossima tornata elettorale. Con la morte del sindaco e l'arrivo delle festività pasquali, il dibattito cittadino è stato congelato, così come espressamente richiesto anche dal parroco Don Rino Morra, che in occasione del rito funebre del sindaco non ha risparmiato ramanzine e toni perentori agli amministratori. I dissapori fra la maggioranza dei bianchiani guidati da Caterina Boniello, vice sindaco in carica, e l'opposizione di Francantonio Rossi sono stati al centro di un animato dibatitto nei mesi precedenti.
Già ad un anno dalle elezioni del 2011, la compagine aministrativa di Di Biasi aveva perso il vice sindaco, Raffaele Di Matteo, prematuramente scomparso, affidando la carica di numero due dell'amministrazione a Boniello. Il patto politico preelettorale fra bianchiani, Scudocrociato, Partito Democratico ed ex Pdl si interruppe. L'Udc subì una scissione, e Vito Luongo, espressione del partito in maggioranza, passò all'opposizione.
Poi la malattia del sindaco, che lo ha tenuto lontano dalla vita amministrativa. Un'assenza più e più volte rilevata dalla minoranza, rilevata come "Permanente" e non "temporanea" come recitato dal Tuel più volte recitato in consiglio comunale. Mentre l'secutivo blindava la posizione del sindaco, appellandosi alla temporaneità, la minoranza incalzava sull'assenza permanente e chiedeva lo scioglimento del consiglio comunale. Un braccio di ferro che si è consumato in tutte le sedi, dalla Prefettura alla Procura della Repubblica, alle forze dell'ordine. Una battaglia conclusa con la morte del primo cittadino appena qualche giorno fa.
L'omelia insolita del parroco il giorno del suo funerale non ha risparmiato attacchi durissimi agli amministratori, richiamandoli al ruolo di garanti della pace e della serenità dei concittadini.