«Altro che Irpiniagate. Un plauso ai sindaci del terremoto»

Zamberletti a Sant'Angelo dei Lombardi: riflettete e ricordate su quanto fecero i primi cittadini

Sant'Angelo dei Lombardi.  

 

di Siep

Basta bugie sul terremoto del 1980 in Irpinia. Un teorema rinsaldato da anni di polemiche e container. La ricostruzione in Irpinia dopo il sisma del 1980 è sempre significato spreco. Per tutti. Lo stesso Matteo Renzi aveva tuonato dalle terre dell’Italia Centrale devastate dal terremoto che non sarebbe accaduto quanto già successo da noi. Parole che avevano indignato molti referenti politici. Come Giuseppe De Mita che disse: «Se si volesse realmente comprendere quello che è accaduto in Irpinia – aggiunge il deputato -  per sintesi basterebbe ancorarsi ad un solo numero accertato dai fatti storici: in trent’anni lo Stato per la ricostruzione del terremoto del 1980 ha speso oltre 60mila miliardi di lire, di questi in Irpinia è stata spesa la quindicesima parte: 5mila miliardi, sia per la ricostruzione che per il processo di industrializzazione in otto aree industriali. A distanza di oltre 36 anni, il risultato è di una provincia capace di esercitare, per la qualità del territorio e della ricostruzione, su chi viene ad osservarla con occhi sgombri da pregiudizi, una grande suggestione paesaggistica e culturale».

Difficilmente si potrà eliminare del tutto il teorema «ricostruzione in Irpinia uguale a spreco», dunque. Ieri a Sant’Angelo dei Lombardi, nel paese emblema della distruzione e morte il dibattito. Però da Sant'Angelo dei Lombardi parte l'operazione verità. 

No ai luoghi comuni e stop alle semplificazioni, buona parte dei fondi non arrivò in Irpinia. E’ bene saperlo. E’ bene ridirlo per evitare che qualcuno si riorganizzi la memoria a modo suo. Sono i messaggi lanciati nel convegno «1980-2016, dalla ricostruzione allo sviluppo». Presenti molti di quei protagonisti. Dal padre della moderna Protezione Civile, Giuseppe Zamberletti, a Ciriaco De Mita e Gerardo Bianco. Dal sindaco di Sant'Angelo, Rosanna Repole, all'ex primo cittadino di Potenza, Gaetano Fierro

La polemica persiste, si pensi anche a quella relativa agli ultimi fondi per la ricostruzione non ancora giunti in provincia. Si pensi alle inchieste create ad arte, secondo molti, al Nord su quegli anni, sulla gestione di quegli anni. «Conobbi tutti i giornalisti che scrissero le inchieste. - dice l'ex premier Ciriaco De Mita - Però chiesero scusa». 

Fatti seri, momenti storici usati ad arte per creare il terreno fervido e l’humus ricco di uno sconto politico.

Il sindaco di Nusco guarda Zamberletti e ricorda: «Su 60mila miliardi solo 5mila arrivarono in Irpinia. Ampliare la zona su cui andavano spalmate, destinate le risorse fu un errore. Allargare a Napoli fu un errore che creò confusione sulla storia che venne poi». 

E forse dal dibattito di ieri nasce una riflessione: e se la gogna di quel fiume di soldi mal speso fosse stata tutta Irpina, e non a diritto della verità?

Pure Zamberletti, che si trovò catapultato nella più grande catastrofe del secondo dopo-guerra in Italia, difende l'operato della classe amministrativa irpina: «Mi emoziono ogni volta che torno qui. Ricordo i viaggi in elicottero, l'unico mezzo che poteva portarmi da un paese all'altro». L'introduzione è breve, Zamberletti va subito al sodo: «L'Irpiniagate non è mai esistito. Mi sento offeso quando ascolto i paragoni tra Friuli e Irpinia, secondo i quali qui la ricostruzione è stata fallimentare. Tutto falso. Darei una medaglia in oro a tutti i sindaci per i tanti che hanno operato bene e con passione.