33 comuni uniti per il futuro: vi spiego la nostra area vasta

De Angelis, sindaco di Chiusano San Domenico: "Ospedali specialistici, gastronomia e turismo"

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio

“Trentatré comuni che si sono uniti per avere un canale preferenziale per l'accesso a diversi finanziamenti destinati allo sviluppo del territorio, a partire dai fondi strutturali destinati per la valorizzazione in primo luogo del fondo culturale Mibact, previsti dal Ministero della cultura”. Carmine De Angelis, sindaco di Chiusano San Domenico, ci aiuta a capire cosa sia l'area vasta e quali progetti i comuni coinvolti mirano a realizzare.

Carmine, mentre ad Avellino assistiamo a quella che appare come l'ennesima pantomima di una politica cittadina ormai collassata, nel resto della provincia trentatré comuni si riuniscono pensando al futuro. Grazie al progetto di area vasta. Ne abbiamo sentito parlare tanto, troppo, ma ancora non si capisce bene cosa sia. Spiegacelo.

“Sono 33 comuni che si coordinano per poter accedere con canali privilegiati a progetti concreti per lo sviluppo del territorio. Nello specifico si proveranno ad intercettare i fondi strutturali e anche quelli per il fondo di rotazione, soldi regionali che potremmo dire di prestito, che l'ente di Palazzo Santa Lucia (sede del consiglio regionale) utilizza prendendoli dai fondi comunitari per il finanziamento della progettazione esecutiva e definitiva. Il canale privilegiato è rappresentato dal fatto che abbiamo costituito un vero ente giuridico che sommando tutti i comuni coinvolti supera una densità abitativa complessiva di 150mila abitanti”.

Sia più specifico: a quali progetti sono destinati i fondi che i comuni dell'area vasta cercano di intercettare?

“Si tratta di una serie di interventi orientati allo sviluppo del territorio attraverso la rigenerazione urbana, la tutela dell'ambiente, l'agenda digitale, la valorizzazione della cultura. In questi contenitori saranno inserite le proposte progettuali. Fra questi segnalo un itinerario storico naturalistico che includendo Montevergine cercherà di riproporre il percorso di San Guglielmo. O lo sviluppo di una strada del vino che metta in sinergia i comuni della provincia legati alla produzione delle nostre eccellenze vitivinicole. Senza dimenticare il sistema welfare aggiuntivo che consiste nella costruzione di plessi che spaziano dagli ospedali alle case di cura per anziani e ai centri per il trattamento di malattie specialistiche. L'obiettivo è creare un bacino di sostegno alle strutture già esistenti”.

Quindi si parla di fondi fondamentali che sono orientati a settori nevralgici della vita di una comunità: sanità, trasporti, nuove tecnologie, assistenza sociale. Ci dia i tempi di attuazione di questo percorso.

“A dicembre dovrebbe essere realizzata la graduatoria per i fondi di rotazione. Avvieremo quindi il crono-programma che sfocerà nei progetti definitivi e esecutivi che parteciperanno in modo agevolato all'assegnazione dei fondi. L'organo strategico di questo progetto è costituito dai sindaci dei comuni coinvolti nell'area vasta, ai quali si affiancheranno diversi tecnici che presiederanno i tavoli tematici”.

Il progetto dell'area vasta può essere un precedente che detta un esempio di sopravvivenza per quei comuni destinati, a causa di piaghe come lo spopolamento e la fuga dei cervelli più giovani e capaci, a scomparire?

“Certamente, anzi, potremmo nel medio lungo periodo innescare anche un processo inverso: il ritorno di quei giovani ai quali lei fa riferimento. L'Area vasta è infatti un percorso di condivisione e convivenza fra un agglomerato di comuni che rispetto ad una strategia concreta prendono atto che ha senso essere uniti per svilupparsi. L'obiettivo è costruire una città metropolitana che offra un futuro diverso anche e proprio a quei paesi che sembrano destinati a sparire”.

Grazie sindaco

"A lei"