«Ma quali assunzioni sospette, vi racconto io come sono andate veramente le cose alla Dinazzano Po SpA». A parlare è Pasquale. Uno dei tanti giovani del Baianese che, dopo aver frequentato un corso di formazione qui, in Irpinia, ottenendo così una specifica abilitazione per lavorare in aziende che operano nel campo delle ferrovie statali, sogna di trasferirsi in Emilia Romagna. Come lui, almeno un’altra quarantina di ragazzi del Mandamento. Quasi tutti di Avella. Quasi tutti inseriti nelle graduatorie della Dinazzano Po.
Un esodo di massa, una strana coincidenza, che ha destato non pochi dubbi e perplessità tant’è che un consigliere regionale emiliano, l’onorevole Galeazzo Bignami, ha presentato nelle scorse settimane una specifica interrogazione al Governatore dell’Emilia Romagna. Un’interrogazione attraverso la quale l’esponente di Forza Italia ha chiesto di conoscere le modalità e i criteri adoperati dalla partecipata emiliana per l’individuazione della manodopera. Il polverone sollevato dalla politica ha spinto Pasquale a farsi avanti per far conoscere un’altra verità. Quella che l’ha visto protagonista in prima persona.
Per leggere l'articolo completo scarica gratis l'app di Ottopagine da Google Play o Apple Store.
Rocco Fatibene