Disperazione e rabbia davanti l'ingresso della prefettura di Avellino dei lavoratori dell'ArcelorMittal di Luogosano. Sindacati e sindaci, istituzioni e referenti del territorio si sono riuniti per fare quadrato intorno al nuovo dramma occupazionale della provincia di Avellino. "Luogosano non si tocca". Questo lo slogan della protesta dei lavoratori dello stabilimento irpino di ArcelorMittal, . "Togliere il lavoro ad una persona, in un territorio disagiato come il nostro equivale a togliere la vita ad una persona, alla sua famiglie". Così Michele Rizzo Rsu Fiom Cgil dell'Arcelor MIttal. Disperazione e rabbia dei lavoratori che si dicono pronti a tutti per salvare la fabbrica e il proprio futuro. Il prefetto Rosanna Riflesso ha assicurato la convocazione di un nuovo tavolo per la settimana prossima, con la presenza dei vertici della azienda.
"Siamo indignati di fronte a questa decisione dell'ezianda. A dispetto di una lieve ripresa delle attività, dall’oggi al domani ci è stato comunicato che lo stabilimento chiuderà a luglio" ha dichiarato Girolamo Andreoli, uno dei tanti dipendenti dell'ArcelorMittal di Luogosano presenti al sit-in .
"Non riusciamo a spiegarci questa scelta, soprattutto perché, nel corso degli anni, abbiamo sempre offerto la massima disponibilità ogni volta che ci è stata richiesta per fronteggiare le esigenze di mercato. Abbiamo dimostrato professionalità e impegno, e oggi ci sentiamo etichettati come 'ramo secco'. Ciò che indigna ancora di più è che ai nostri giovani colleghi l’azienda ha prospettato un futuro all’estero" ha continuato il lavoratore.
"Noi vogliamo esercitare il nostro diritto al lavoro qui in Italia. Vogliamo restare e i giovani vogliono restare perché il nostro territorio è già gravemente impoverito sia dal punto di vista demografico che produttivo. La situazione economica della nostra zona è già depressa, e questa chiusura rappresenta un vero e proprio dramma" ha denunciato.
"La politica deve fare il proprio dovere", hanno commentato i lavoratori. "L'obiettivo è che vengano bloccate le procedure di licenziamento collettivo. È fondamentale guadagnare tempo, avviare un confronto presso il Ministero dello Sviluppo e studiare strategie per rendere l’azienda più appetibile, così da favorire una vendita a un nuovo acquirente. Parliamo di un’azienda importante, perfettamente produttiva, che merita una seconda possibilità" ha dichiarato Giuseppe Morsa della Fiom-Cgil.
"La decisione di ArcelorMittal va nella direzione sbagliata: si tratta di una multinazionale interessata unicamente al profitto, senza alcuna attenzione per la responsabilità sociale nei confronti di un territorio che l’ha ospitata per anni. Per questo, il fronte comune che si è creato tra istituzioni e organizzazioni sindacali può aiutarci a ridare speranza alla provincia di Avellino. L’obiettivo principale è fermare i licenziamenti e poi aprire un tavolo di discussione su come vendere l’azienda o favorire l’ingresso di un altro imprenditore che operi nello stabilimento di Luogosano" ha concluso il sindacalista.
Presente alla mobilitazione davanti alla Prefettura anche il consigliere regionale Maurizio Petracca che ha dichiarato: "In questa fase, ciò che la politica può fare è creare un fronte comune e cercare un altro acquirente per mantenere in vita l'azienda e salvaguardare i posti di lavoro, che sono circa settanta. Si aprirà sicuramente un tavolo di crisi. L’assessore Marchiello è già stato informato della vicenda e presto convocherà la proprietà e il governo. La Regione, ovviamente, solleciterà il governo affinché si impegni concretamente su questa crisi industriale, e faremo la nostra parte".