La crisi idrica e i blackout nella scelta di Arcelor Mittal di chiudere in Irpinia: ecco quanto emerge dalla lettera di licenziamento ai 71 lavoratori del colosso dell'acciaio. "Appare come una scusa per chiudere la fabbrica. - ha spiegato il segretario di FISMIC-CONFSAL Avellino, Giuseppe Zaolino, a OttoChannel - Ci sono, però, delle situazioni che portano a questa considerazione. Ci sono stati periodi in cui la carenza di servizi che dovevano essere effettuati, compresa l'erogazione dell'acqua da Asidep, che poi è fallita, ha messo anche altra carne al fuoco. La chiusura è comunque figlia di una strategia internazionale. Il Governo, che è l'unico soggetto che può fare da contrappeso a una multinazionale, non può non intervenire e cercare quantomeno di limitare i danni".
"Asidep? Ente da commissariare per riorganizzare i servizi"
Si conferma il dramma lavoro in Irpinia con la vertenza Asidep, ma non solo: "La prossima sarà una settimana esplosiva. - ha aggiunto Zaolino - Stanno venendo i nodi al pettine e c'è una situazione di sbando da parte dell'Asi che è stato costruito per essere al servizio dello sviluppo e delle imprese e che ha fatto in pochi anni due fallimenti, collegati. Abbiamo chiesto l'intervento della Procura della Repubblica. C'è stato un accertamento anche sui danni ambientali. Ci sono state le indagini dei Carabinieri del NOE. Insomma, in questo momento c'è una situazione in cui chi è preposto a fare la depurazione non lo fa. A questo punto, i danni stanno diventando numerosi all'interno di un sistema che è di responsabilità politica. La Regione deve intervenire commissariando l'Ente, mandando un commissario ad acta, cominciando a riorganizzare i servizi. Era diventato un centro di potere, abbiamo bisogno di salvare l'occupazione, soprattutto nei servizi, ma anche di evitare il rischio che dall'Arcelor possa arrivare un virus che porti alla perdita di altri posti di lavoro".