Caro bollette, Confesercenti: "A rischio centinaia di imprese irpine"

Marinelli: "Aumenti fino al 120% per i prossimi 12 mesi"

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Avellino.  

“I vertiginosi aumenti dei costi energetici mettono a rischio la sopravvivenza di centinaia di imprese irpine. Servono interventi urgenti e incisivi, per evitare il disastro”. E' l'allarme lanciato da Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti.

“Se nel 2020 e 2021 – prosegue il dirigente dell'associazione di categoria – un bar spendeva in media 6.700 € per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 €. Un aumento del 120 % e un’incidenza sui ricavi aziendali che passa dal 4,9 % al 10,7 %. In altri settori, come ad esempio quello alberghiero, secondo le stime elaborate da Confesercenti sui dati ufficiali, gli aumenti arrivano al 140%, con un'incidenza del 25% sul bilancio. Il caro bollette sta, dunque, diventando una variabile incontrollabile per tantissime imprese, un virus che distrugge bilanci e redditività. E questo nonostante gli interventi di sostegno fin qui adottati dal governo, che scadranno fra settembre ed ottobre. In autunno perciò si rischia il collasso. Senza contare quanto le bollette pesino sulle economie familiari, riducendo drasticamente i consumi.

Per le imprese è impossibile gestire aumenti di costi così rilevanti, cui si aggiungono anche quelli delle materie prime alimentari, traslando sui prezzi di vendita gli interi importi. Il rischio è che il 10% delle imprese esca dal mercato. Centinaia di imprese in provincia di Avellino, 90mila in tutta Italia, per un totale di 250mila posti di lavoro”.

“Occorrono misure concrete e immediate - conclude Marinelli – per evitare il collasso. Così come proposto dalla Confesercenti nazionale e dalla presidente Patrizia De Luise, è necessario estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica, aumentarne le percentuali fino al doppio delle attuali e prorogare gli interventi fino al 31 dicembre 2022, salvo ulteriori proroghe. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo misure parallele più significative, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita”.