“E’ inaccettabile che il Comune di Avellino pensi di fare cassa svendendo il patrimonio immobiliare dell’ente ed in particolare gli alloggi popolari”. Ad affermarlo è Giovanni Ardolino, presidente nazionale dell’Acai, Associazione condòmini assegnatari e inquilini.
“In questi giorni l’assessore Stefano Luongo– ha proseguito il dirigente sindacale irpino – sta cercando di far apparire un ordinario ed insidioso piano di alienazione di beni pubblici alla stregua di una strategia di gestione delle strutture comunali, pensando che i cittadini siano degli sciocchi pronti a bersi ogni banalità o menzogna venga propinata da Piazza del Popolo. Bisognerebbe però informarlo che tutti gli anni nel bilancio preventivo è stato sempre inserito un provvedimento simile, tanto campato in aria quanto inutile, soltanto per offrire una formale e potenziale copertura finanziaria alle spese inserite nel documento contabile. La effettiva possibilità di realizzare introiti da queste operazioni infatti si è ogni volta dimostrata inconsistente. La stessa scelta di intraprendere tale strada di per sé dimostra il fallimento amministrativo di una giunta, incapace di rendere efficiente la gestione municipale, attraverso interventi innovativi, coraggiosi e produttivi, che quindi preferisce svendere il patrimonio, alimentando così anche eventuali speculazioni.
Ancora più grave, però, è la decisione di mettere in vendita, oltre a strutture che potrebbero essere utilizzate per funzioni sociali e culturali, come l’ex asilo Patria e Lavoro, anche gli alloggi popolari già assegnati e regolarmente occupati. Circostanza, questa, che non solo renderebbe più complicata la vendita, ma soprattutto metterebbe a rischio il diritto alla casa e la stabilità di centinaia di famiglie. D’altra parte, sarebbe un obbligo del Comune trovare una nuova sistemazione per tutti gli assegnatari interessati. L’assessore Luongo farebbe bene a comportarsi da amministratore pubblico responsabile, pensando alle conseguenze dei suoi atti, approfondendo le normative dei settori di cui si occupa, visto che esistono leggi e procedure che fortunatamente limitano e vincolano l’alienazione degli alloggi residenziali pubblici. E’ assolutamente incredibile che mentre in città cresce drammaticamente l’esigenza abitativa, il sindaco Festa ed il suo delegato decidano di liquidare le case popolari dell’ente”.
“Alla giunta comunale pertanto chiediamo – conclude Ardolino – di ritirare un provvedimento inutile, dannoso e palesemente illegittimo, per la parte riguardante gli alloggi popolari, annunciando finora battaglia, in tutte le sedi, comprese quelle legali, contro questo vergognoso attacco alle fasce sociali più deboli”.