"Lo sconcerto per la morte di Pietro Nuzzolo, morto a 38 anni nel cantiere del viadotto Manna, nel comune di Ariano Irpino ci addolora alla vigilia di questo primo maggio, ai tempi del coronavirus". Così il sindacalista Lo Russo Filca Cisl in una nota stampa.
"Uno dei primi cantieri che era aperto nella emergenza epidemiologica e che doveva rispettare anche i nuovi protocolli sanitari, e a ridosso di un primo maggio senza piazze reali ma comunque inneggiante ad un una ripresa del lavoro in sicurezza.
Il lavoro nelle costruzioni ha fatto da apripista all’apertura delle attività produttive e registra proprio ad Ariano Irpino, zona rossa sanitaria, una morte bianca e il monito della pericolosità del lavoro delle costruzioni e degli incidenti sul lavoro".
"Il problema della sicurezza del lavoro nel nostro Paese – dichiara Annamaria Furlan – era presente già prima del Covid. Ogni anno registriamo migliaia di morti sul lavoro e tantissimi infortuni, e l’edilizia resta uno dei settori più colpiti. Per questo ci siamo impegnati a stipulare protocolli nazionali per garantire a ogni lavoratore le necessarie tutele. Adesso in vista della ripartenza, bisogna far applicare le regole. Ma ci vuole un grande senso di responsabilità da parte di ognuno perché lavorare in sicurezza è l’unico modo che ci garantisce di far ripartire il Paese.
Un infortunio mortale in un cantiere per cause “intrinseche” alla peculiarità del lavoro edile, su cui si apre un fascicolo della magistratura, è sempre una involuzione, un fallimento alla civiltà del lavoro e segna quanto sia lunga la strada ancora da percorrere per rendere reale la piena Sicurezza del Lavoro. Le condoglianze di tutta la Filca Cisl alla famiglia Nuzzolo".