Emergenza piccole imprese, tiene la Campania

Tessuto troppo frazionato: i numeri nel rapporto Cerved-Confindustria

Avellino.  

Segnali di vitalità e ripresa dalla Campania, frena il resto del Sud. Il dato emerge dal rapporto Cerved-Confindustria sulle imprese del Sud. Il tessuto produttivo del Mezzogiorno, con circa 1 milione e 700 mila imprese attive, si caratterizza per una rilevante numerosità e per una altrettanto ampia frammentazione. L’89,9% delle imprese meridionali si colloca, infatti, nella classe dimensionale tra 1 e 9 addetti, rispetto ad un valore del Centro Nord pari all’80,4%.

Rispetto al Centro-Nord, prevalgono le ditte individuali (69,6%) rispetto alle società di capitali (che sono solo il 15,2% del totale, rispetto a un valore del Centro-Nord del 21,5%). In valori assoluti, si contano al Sud oltre 250.000 società di capitali, la gran parte delle quali sono micro-imprese: quelle un po’ più strutturate, che rientrano nella definizione di PMI della Commissione Europea (con un numero di addetti compreso tra 10 e 250 ed un fatturato compreso tra 2 e 50 milioni di euro), sono poco più del 10% del totale (27.186, su un totale nazionale di oltre 143 mila).

Prevalgono le imprese di minori dimensioni: in pratica, al Sud c’è una media impresa ogni 6 piccole imprese (1 ogni 5 nella media nazionale). Quello meridionale è, quindi, un tessuto produttivo meno robusto di quello del Centro-Nord, di dimensioni più piccole, e dunque anche con meno addetti: sono solo 700mila gli addetti nelle PMI di capitali, maggiormente concentrati nelle piccole imprese dato (come si è osservato in precedenza) il loro numero percentualmente maggiore. Per lo stesso motivo, nel Mezzogiorno sono le piccole imprese a produrre la maggior quota di fatturato (70 miliardi su un totale di 126) e del valore aggiunto (15 miliardi su un totale di 27), ed appartiene sempre alle piccole imprese la quota più ampia di debiti contratti (24 su 45 miliardi).

Marco Grasso