Come Associazione Commercianti via Roma – Atripalda abbiamo preparato un appello che stiamo diffondendo attraverso i giornali, i social e che verrà inviato anche agli organi di Governo sia centrali sia locali.
L’intento dell’appello è quello di alzare l’attenzione sulla grave situazione in cui versa il commercio in generale e, in particolare, il piccolo commercio di vicinato che oramai è arrivato a 20 giorni di chiusura. Chiusura che ha già creato molte situazioni di disagio, e purtroppo molte altre ne creerà, anche e soprattutto in presenza di una lenta partenza dei primi aiuti a supporto di parte della categoria decretata dal governo centrale.
L’appello ha come finalità principale quello di porre l’attenzione su misure aggiuntive che potrebbero rientrare nel nuovo decreto atteso nel mese di aprile e che sarebbero di notevole aiuto alla categoria.
Infine l’appello fa una considerazione sul sostegno di € 600,00 previsto, allo stato, per il solo mese di marzo e su come potrebbe diventare un vero e proprio sostegno a quella parte della categoria che ne dovrebbe beneficiare.
Ecco il testo della lettera-appello:
Scriviamo a nome dei commercianti della città di Atripalda (AV), cittadina a vocazione commerciale da secoli, dove le innumerevoli attività presenti danno da vivere almeno a 2.000 famiglie senza calcolare l'indotto creato. Purtroppo a tutt'oggi, nonostante il decreto “Cura Italia” sia stato pubblicato da molti giorni, non si hanno ancora precise direttive su come accedere alle misure messe in campo per il nostro settore. Misure che, a partire dall'indennità di 600,00€ destinata al sostegno dei titolari delle attività, sono da considerare come una goccia nel mare.
Come altri hanno avuto modo di scrivere, altre sarebbero state le iniziative da fare, a partire da quel “Se incasso zero pago zero. Non posticipare ma annullare per poterci rialzare” che ben riassume le esigenze della categoria. Infatti, è inutile evidenziare che le attività chiuse non possono produrre alcun tipo di ricavo e quindi è impossibile che riescano ad onorare le scadenze con l'erario e con i fornitori; e questo purtroppo avrà una ricaduta devastante sulla nostra intera economia provinciale, regionale e nazionale con un effetto a catena rovinoso.
E le conseguenze di ciò non avranno una breve durata. Le perdite di questo periodo porteranno gravi conseguenze nel breve e medio periodo ma anche nel lungo per quelle imprese che ci arriveranno. Alla luce di tutto questo, se realmente si vuole mettere in campo un sostegno per le nostre imprese e aiutarle nella lunga e difficile ripresa è necessario quantomeno:
elaborare politiche economiche molto più incisive rispetto a quelle che si stanno profilando in questi giorni; bloccare da subito tutti i versamenti IVA, INPS, IRPEF INAIL, oltre che tasse regionali, provinciali, comunali, di vidimazione, imposte sui redditi, acconti, bollette, altri versamenti vari ed eventuali, per almeno 9/12 mesi dalla riapertura delle attività;
favorire l'accesso al credito in maniera agevolata; sospendere presso le banche e gli istituti di credito tutti i finanziamenti, i mutui, gli addebiti di eventuali interessi passivi maturati e i costi di gestione dei conti corrente, ad aziende, liberi professionisti e titolari di partita IVA, potenziando al massimo l'elasticità nei confronti dei crediti gia `erogati alle imprese;
sospendere tutte le possibili segnalazioni bancarie, alla centrale rischi di Banca d'Italia e al CRIF, per gli eventuali insoluti dei mutui, n
onche ´bloccare i protesti delle scadenze e/o dei titoli di pagamento gia` emessi dalle aziende nei confronti dei propri fornitori perché, visto la grave situazione in cui versa il Paese, non essendo giusto ricondurli ad una cattiva gestione aziendale.
Quanto si chiede è sicuramente uno sforzo importante che viene richiesto al nostro Governo ma la gravità del momento richiede l'adozione di misure straordinarie nell'interesse di tutta la comunità. L’adozione di queste misure darebbe un senso all'indennizzo di € 600,00 previsto che solo così potrebbe diventare un sostegno per ciascuno di noi. Nella speranza che una presa di coscienza possa portare a mettere in campo un reale programma di incentivi che, unitamente allo spirito di sacrificio e dedizione che la nostra categoria ha sempre dimostrato, sostenga il sistema commerciale – economico nella ripartenza.