«Il mio progetto sarà il primo ad essere visionato da Invitalia». Stefano Del Rosso, nei giorni scorsi, aveva preannunciato un viaggio nella notte per essere tra i primi a confrontarsi con i vertici dell'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del Ministero dell'Economia. Più di uno, anche tra i lavoratori, è pronto a scommettere che l'amministratore di Industria Italiana Autobus è da stamane all'alba sotto la sede di Napoli per non correre il rischio di essere scavalcato da qualcuno. Si scherza, ma non troppo.
L'appuntamento di oggi è del resto una tappa cruciale per il futuro dello stabilimento di Flumeri. In gioco c'è un piano di investimenti da 31 milioni (di cui 25 rimborsabili) destinato alla realizzazione di una nuova linea di produzione per autobus. Un investimento fondamentale per ridare ruolo e visibilità all'ex Irisbus in un progetto complessivo che, al momento, sembra premiare solo la Bredamenarini di Bologna dove, come noto, si continua a lavorare a pieno ritmo e dove, da diversi mesi, sono impiegati anche una quarantina di operai e tecnici irpini.
A Flumeri infatti, al momento, sono solo testati pullman realizzato nello stabilimento emiliano. La settimana dopo, il 18 giugno, azienda, sindacato e istituzioni si ritroveranno al tavolo del Ministero. Le questioni ancora aperte sono diverse: dal Tfr, alla cassa integrazione, fino, appunto, al bando Invitalia per l'industrializzazione del sito produttivo in Valle Ufita. Al momento circa 280 operai irpini possono godere, in attesa della firma del decreto per la cassa integrazione, solo dell'anticipazione dell'azienda, pari a circa 800 euro al mese.
Il futuro di Industria Italiana Autobus sembra legato a doppio filo anche alla prossima gara di assegnazione della produzione di oltre 1000 autobus destinati a rinnovare il parco mezzi di Atac e Cotral.
Marco Grasso
