Sindacati uniti in Irpinia verso la mobilitazione generale per chiedere più lavoro e meno proclami nelle aree interne, soprattutto alla vigilia della nuova tornata elettorale in Campania. Una conferenza stampa unitaria, quella convocata da i segretari di Cgil, Cisl e Uil stamane all’hotel Belsito, per chiedere lavoro e meno proclami elettorali in una provincia in cui, in netta controtendenza rispetto alle altre, i dati sulla disoccupazione continuano a crescere. La triplice ritrova l’unità e rilancia il Contratto istituzionale di sviluppo.
Dopo il colloquio avuto con il premier Giuseppe Conte, Cgil, Cisl e Uil sono pronte a mettere nero su bianco un documento in 4 punti per Palazzo Chigi. Obiettivo? si punta a migliorare ambiente, servizi pubblici, infrastrutture, lavoro. Troppi slogan e proclami starebbero restituendo, secondo i leader delle sigle, una immagine di una provincia in ripresa mentre i numeri e dati parlerebbero di tutt’altro scenario. «L’Irpinia sta arretrando ma il racconto della politica a colpi di inaugurazioni, pose di prime pietre e facili, troppo facili slogan, è falsa e dannosa».
La vertenza irpina, il rilancio
Una vertenza da rilanciare e subito quella Irpinia, che ripartirà dopo le vacanze di Natale rafforzata. Il Contratto istituzionale di Sviluppo sarà sottoposto al Governo ed alla Regione, per tentare di invertire una rotta economica drammatica.
Ogni attivo provinciale in programma il 13 gennaio analizzerà la propria linea, sintetizzandola in 4 punti: ambiente, servizi pubblici (acqua e rifiuti), vertenze e lavoro, e infrastrutture.
Buonavita (Cgil): questa politica è malata di protagonismo
Doriana Buonavita, segretario regionale della Cisl e reggente in Irpinia, è chiara: «A tutti i livelli, abbiamo condiviso una visione di futuro per l’Italia e per l’Irpinia. Una visione industriale, di rinnovo delle buone pratiche e di sperimentazione. Abbiamo bisogno di nuovi investitori. La nostra proposta – ricorda - ci è stata suggerita dal premier Conte, occorre rilanciare i servizi e ottenere un impatto industriale in una terra che non ce la fa più». E così Buonavta punta il dito contro il Governo Regionale che poco o nulla avrebbe fatto per far ripartire le aree interne. “Si avvia una forte mobilitazione. Il confronto con questo governo, ma anche con quello precedente, non soddisfa. La piattaforma nazionale non viene recepita, anche a livello regionale., Continuano gli scioperi, senza esito. Questa politica è malata di protagonismo e scarso confronto con sindacati e bisogni dei cittadini”. Per Buonavita la formazione di nuove categorie professionali avrebbe visto la focalizzazione delle politiche attive senza una strategia efficace. Risultato? Meno lavoro e formazione sciupata.
Simeone (Uil): Il Governo Regionale ha il "torcicollo" guarda solo verso il mare e dimentica le aree interne
Luigi Simeone, numero uno della Uil di Avellino e Benevento è durissimo: «L’Istat dice che qui la disoccupazione è in aumento. Ma rispetto a tutto questo, la risposta politica è disarmante. Il segretario attacca il governatore De Luca sui forestali, ma anche sul progetto pilota. Ha mai prodotto un solo posto di lavoro? Cos’è? Abbiamo visto decine di sindaci prendere parte alla richiesta di inserimento delle Zes delle aree Pip. Senza contare che la politica continua a parlare di Alto Calore solo in relazione ai vertici, senza pensare alle infrastrutture idriche. E poi il Governo di questa regione sembra soffrire di un “torcicollo” e guarda troppo verso il mare, dimenticando le aree interne».
Fiordellisi (Cgil): Non si vive solo di pizza sole e mandolino, ma anche di industria
Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil irpina, ha ricordato tutte le vertenze che ancora affliggono le aree interne. «Siamo drammaticamente isolati, questa è la verità - spiega Fiordellisi -. Come hanno detto i miei colleghi stiamo cercando di trovare una sponda. Non c’è un gruppo dirigente adeguato, Da anni solo chiacchiere inutili non aiutano. Si susseguono drammi lavorativi come quello degli ultracinquantenni che patiscono la crisi da dieci anni. In Irpinia ci sono sempre meno giovani e nessuna speranza per gli over 50. E’ sotto gli occhi di tutti, Siamo in piena campagna elettorale. Bisogna che tutti prendano linea chiara, Non si vive solo di pizza, sole e mandolino ma anche di industria. La regione non ci da risposte e le aree interne soffrono di più”.