Marzano e Saviano piangono, don Salvatore vola in cielo

Dopo una lunga battaglia in ospedale, il parroco 43enne smette di lottare. La tristezza dei fedeli

Marzano di Nola.  

Da mesi don Salvatore Feola lottava in un letto di ospedale nell'estremo tentativo di tenersi aggrappato a questa vita. Una battaglia, la sua, sostenuta da intere comunità, quelle di Saviano e Marzano di Nola, le sue due ultime parrocchie, ma anche da tanti amici e conoscenti che gli volevano un gran bene. Alla fine però don Salvatore, dopo aver sopportato la sua croce con forza e coraggio, si è lasciato andare per raggiungere la casa del Padre Celeste.

Dolore e lutto nella sua Moschiano, la cittadina del Vallo in cui è nato e dove ancora risiedono i suoi più stretti congiunti. Tristezza e mestizia anche nelle altre comunità della Bassa Irpinia e dell'agro nolano dove in tanti lo conoscevano e ne apprezzavano le virtù umane e spirituali. Don Salvatore era solitamente schivo e silenzioso ma sapeva anche essere comunicativo e travolgente nelle occasioni più goliardiche, trasmettendo gioia e sorrisi a chi gli stava accanto. A soli 43 anni, giovanissimo, lascia questo mondo. Le esequie, con molta probabilità, si terranno venerdì a Moschiano.

Numerosi gli attestati di cordoglio che in queste ore stanno arrivando alla sua famiglia. Soprattutto da parte dei più giovani che con i loro messaggi stanno riempendo le bacheche dei social. Non manca però il ricordo di tanti altri sacerdoti della Diocesi di Nola, quella alla quale don Salvatore con orgoglio apparteneva. Struggente il post scritto da don Vito Cucca, parroco di Quindici e predecessore di don Salvatore nella parrocchia di Marzano: «Quando ti ho salutato la sera prima del tuo ricovero non avrei mai immaginato di non rivederti più! Vuol dire che ci rivedremo lassù! Porto nel cuore ogni esperienza condivisa e ogni sorriso che ci hai donato! Riposa in pace Salvato'».

Scrive invece don Giuseppe Parisi, parroco di Avella: «Oggi la Chiesa di Nola vive un momento di grande prova e di profonda tristezza. Un giovane sacerdote, Don Salvo Feola dopo un lungo Calvario, è ritornato alla casa del Padre. La morte di un sacerdote, per noi sacerdoti, è un lutto molto grave. I sacerdoti, al momento della consacrazione, entrano a far parte della grande famiglia del presbiterio presieduta dal Vescovo. Siamo fratelli e collaboratori, uniti dall'indissolubile vincolo del sacerdozio ministeriale, impegnati per la costituzione del Regno dei cieli. Don Salvatore è stato parroco a Saviano e poi a Marzano di Nola. Era un giovane pio, preparato e buono. Caratterizzato da un pacata simpatia. Ora è un angelo che vola verso la pienezza dell'incontro con Dio. Abbiamo tanto pregato per lui, in particolare il giovedì davanti a Gesù Eucaristia. Ci reincontreremo nel Regno della luce. Chiedo a tutti una preghiera per lui, per la sua famiglia di sangue e per la sua famiglia nel sacerdozio».

La Gioventù Francesca di Marzano decidee invece di ricordarlo con un passo del Cantico delle Creature: «Sii laudato mi' Signore, per la morte corporale che da lei nessun che vive può scappare. E beati saran quelli nella tua volontà che sorella morte non gli farà male». Poi la chiosa: «Per tutti i ricordi belli, gli insegnamenti e le risate». 

 

Faro