Nella Valle dei veleni si muore, «Addio Antonio»

Intanto l'inchiesta si fa in due: secondo filone, sei indagati

Atripalda.  

L’inchiesta sulla Valle del Sabato della Procura di Avellino si sdoppia. La Procura ha aperto un secondo fascicolo sulle emissioni e sono sei gli indagati in questo secondo filone. Si sono tenuti questa mattina i funerali di Antonio Limone, nella cattedrale di Sant'Ippolisto, ennesima vittima di quella che è stata ribattezzata la Valle dei veleni. Il manifesto funebre choc affisso in città ha ricordato l’inquietante incidenza di morti per tumore nel comprensorio, in quella corona di comuni che affollano la Valle del Sabato. La moglie Rita Roca i figli Maurizio, Simona e Roberta non hanno dubbi sulla tragica fine di Antonio, vittima di un territorio ormai inquinato. Lo dice con forza Franco Mazza dell’associazione “Ambiente e Salute” da anni in prima linea nella battaglia per salvare la Valle. Veleni e cattivi odori continuano ad assediare paesi e campi. La morte di Antonio Limone riporta a galla una questione lunga dieci anni, da quel maledetto incendio alla Irm. Saranno gli organi preposti ad accertare se ci sia un legame tra l’inquinamento e la morte di Antonio, intanto il paese saluta un uomo perbene, l’ennesima morte sospetta in una tragica escalation che continua a mietere vittime. Intanto la procura è al lavoro con questa nuova costola delle indagini e sei nomi eccellenti già raggiunti da una informazione di garanzia nel 2013. C’è una sfilza di reati per i quali si procederà separatamente rispetto al fascicolo relativo al rogo della Novolegno. Nel nuovo fascicolo i magistrati ipotizzano la violazione delle norme del codice ambientale e di quello penale. Insomma si parla di possibili emissioni in atmosfera per gli stabilimenti dell’area non autorizzate. Intanto è stato chiuso il fascicolo relativo alla Novolegno con quattro indagati che hanno ricevuto l’avviso di chiusura indagini.

Siep