"L'Irpinia e' terra di uomini rudi e selvaggi, dimora dei romantici coraggiosi". Così in una nota Andrea Forgione , dirigente provinciale PD, collegio Alta irpinia. "Un piccolo giardino di Dio , un granello di colpa anche agli occhi di Dio, dove uomini e donne , onesti e laboriosi, conducono la loro battaglia quotidiana per uno spicchio di felicita'. Noi , rudi “ cafoni” , figli dell'Irpinia , amiamo chiamarci i figli della terra. Su questa terra trascorriamo la nostra vita in eterno conflitto con gli aristocratici parrucconi, intellettuali fini e vanitosi che conoscono il latino , amici intimi dei professionisti della politica, galoppini politici essi stessi .Si atteggiano a padroni del castello, decidono chi deve fare il Sindaco , umiliano, minacciano, promettono ed ingannano al solo scopo dii mantenere i privilegi che gli derivano dall'essere appartenenti alla casta del nobilantato politico . Fanno il bello ed il cattivo tempo. Cambiano casacca politica con la stessa facilita' con cui fanno viaggi esotici. Sono stati fascisti, democristiani, socialisti , berlusconiani , oggi sono renziani. Domani chissa'. Hanno sempre un posto al sole . A volte si sfidano fra loro ma poi governano insieme . Si accordano per marciare divisi ma colpiscono uniti . E noi a fare da spettatori , nella migliore delle ipotesi, ausiliari o scudieri nella maggior parte dei casi. Un mondo feudale che sopravvive ancora oggi. Perlomeno cosi e' lungo le anse del Fredane e del Calore . Poi finalmente un giorno nella terra dei lupi giunse Antonio Gentile. Antonio e' un fratello, figlio della terra di Guardia".
"E' un uomo di poche parole, onesto e serio, affabile, paziente, quasi elegante. Fa l'infermiere professionale ma non disdegna di salire sul trattore per lavorare il suo campo messo a grano o avena. Con lo stesso trattore va nelle macchie per tagliarsi la legna per l'inverno. Conduce una vita regolata dagli affetti familiari e dal ritmo delle stagioni. Un vero irpino . Una mattina , sollecitato da alcuni amici , decide di lanciare la sfida al gotha politico di Guardia , a chi da generazioni la governa. Molti lo sconsigliano ma alla fine si convince e getta il cuore oltre l'ostacolo . Subito si riuniscono intorno a lui quasi tutti i giovani guardiesi, a loro volta figli dei figli della terra. Contro Antonio scendono in campo i pezzi da novanta della politica: il vice governatore della Campania Bonavitacola, l'eurodeputato Andrea Cozzolino, l'onorevole Luigi Famiglietti, l'onorevole Rosetta D'Amelio e chi piu' ne ha piu' ne metta. Ma Antonio non demorde. Non grida dal palco, non ingiuria , anzi invita alla calma perche' lui e' Gentile di nome e di fatto. La sera nel comitato elettorale della sua lista si mangiano salsicce , formaggio e si beve vino. A volte si balla e fra i tantissimi giovani spuntano anche gli anziani taciturni con le mani callose e la pelle abbronzata. Quegli stessi anziani che nei lunghi inverni guardiesi camminano nei vicoli con grossi mantelli di lana nera".
"La campagna elettorale fila via veloce e tranquilla, presto giunge il giorno delle elezioni. Davanti al seggio la classe dominate di Guardia pregusta la vittoria e non scommette un centesimo sulla vittoria di Antonio. Ma domenica a sera la favola si compie. Appena inizia lo scrutinio appare subito chiaro che i figli della terra stanno per vincere le elezioni. A piccoli gruppi i giovani arrivano e nei loro occhi prende forma lo sguardo della rivincita secolare dei loro padri. E' notte fonda quando un urlo squarcia Guardia Lombardi; Antonio Gentile ha vinto e con lui tutti i figli della terra. Gli intellettuali sono rintanati a casa, questa volta per loro e' andata male. Seguono i balli della vittoria, il brindisi, i caroselli di macchine. Poi Guardia va a dormire che e' ormai mattina. Il pomeriggio segue una lunga sfilata di macchine attraversa tutto il paese e le contrade fino ad arrivare in piazza dove li aspetta una Mietitrebbia, icona ed emblema del duro lavoro dei figli della terra e del pane da dare ai bambini. Antonio Gentile e' la' fra loro. E'' sempre lo stesso “ buono vaglione” e non si da arie, quasi non sembra il sindaco. Tutti lo abbracciano , lo baciano, gli sorridono .Sanno che e' uno di loro, uno di noi. Il sindaco Gentile di Guardia Lombardi. La favola di Guardia comincia qui, con un figlio della terra divenuto per volonta' del popolo il Primo Cittadino della terra cara al Principe Manfredi ed a suo padre l imperatore Federico di Svevia. A proposito, la vittoria di Antonio Gentile e' stata festeggiata anche dai figli della terra di Paternopoli . Le rivoluzioni Gentili e Democratiche sono contagiose".
Redazione