Provare ad uscire dall'impasse di questi anni determinato da una scarsa chiarezza degli incartamenti e, allo stesso tempo, provare a far capire che in tema di sicurezza non è possibile scherzare. L'amministrazione comunale di Rotondi guidata dal sindaco Antonio Russo si sta occupando da vicino della questione della mappatura del territorio considerato a rischio idrogeologico. Una percentuale che, per Rotondi, arriva al 50% del totale ed inserito nell'area vincolata del Piano stralcio idrogeologico.
Nel frattempo, però, nonostante sulla carta esista una condizione di oggettivo rischio, almeno fino al 2010 – secondo la ricostruzione della compagine municipale – sono stati rilasciati svariati permessi di costruire nuovi fabbricati. Permessi poi revocati e che hanno aperto, di fatto, un aspro contenzioso giuridico fra il Comune e i privati, i quali hanno vinto la battaglia visto che il tribunale amministrativo regionale ha annullato tutti i precedenti permessi di costruire.
Nel frattempo, però, alcuni privati «con diffide legali o con nuove richieste di Dia, permessi di costruire, certificati di agibilità ecc., hanno sollecitato il Comune a definire e chiudere le vicende in corso e/o a rilasciare nuove autorizzazioni edilizie», hanno messo nero su bianco al palazzo municipale. In quel marasma burocratico che è la normativa urbanistica, c'è spazio per interpretazioni non sempre univoche. E a volte si passa persino sopra rischi concreti (qual è, appunto, quello idrogeologico) pur di costruire magari anche dove non sarebbe proprio consigliato. Salvo poi gridare alla “tragedia annunciata” quando è troppo tardi.
Ma tant'è. L'amministrazione caudina prova, in questo quadro, a trovare una via d'uscita per tamponare le situazioni di criticità. E ha autorizzato il responsabile dell'ufficio tecnico comunale ad incaricare un esperto per la redazione di una carta del rischio in scala, per una trasposizione cartografica di maggior dettaglio che possa consentire all'ufficio di prendere decisioni «a garanzia della sicurezza, ma che tengano nella giusta considerazione anche le aspirazioni (quelle legittime) dei cittadini interessati».
di Giovanbattista Lanzilli