La Fabbrica delle Idee risponde con una lettera aperta all’invito del segretario del Partito Democratico per un confronto. "In questi mesi - scrivono - tante sono state le testimonianze di affetto e di apprezzamento per il nostro impegno politico. In un momento di grave difficoltà per la nostra comunità, Noi della “Fabbrica delle Idee _ PD” siamo stati impegnati ad organizzare una proposta politica che puntasse diritto al cuore dei problemi e che fosse indirizzata soprattutto ai giovani e alle famiglie più bisognose. Con questo spirito - si legge - abbiamo trovato la collaborazione di altri soggetti decisi a sostenere i nostri stessi obiettivi e condividere lo stesso destino.
Questo lavoro mai messo in discussione, tuttavia non ci ha precluso la possibilità di poter avviare un confronto serio e leale con l’attuale dirigenza del PD, nonostante anni di forte scontro politico.La sola idea di poter essere utili alla costruzione di una nuova fase all’interno del nostro Partito, ci ha spinti con rinnovato entusiasmo, ad accettare senza riserve e con sentimento positivo la sfida, mettendo da parte qualsiasi ostilità o pregiudizio. Un confronto che avremmo immaginato dovesse partire dal riconoscimento reciproco di essere parte di un progetto comune che superasse la “maledetta” logica dei numeri e che fosse mirato ad estendere gli spazi di discussione politica rompendo l’isolamento politico di questi anni. Tutto ciò avrebbe richiesto la necessità di mettere in discussione la linea politica e la direzione del partito; le modalità di indicazione del candidato sindaco; e l’opportunità di aprirsi ad un progetto politico con le forze del centro e della sinistra così come dovrebbe competere al più grande partito del centro-sinistra in Italia.
I nostri buoni propositi si sono infranti dinanzi alle incertezze e ai tatticismi che da sempre caratterizza questo gruppo dirigente - spiegano - confermiamo in modo deciso la nostra volontà di non sottostare a delle imposizioni di carattere meramente strumentale, quale l’indicazione della sede. La stessa che ci è stata negata in occasione del tesseramento. Resta l’amarezza e soprattutto il dubbio che il loro vero intendimento fosse quello di aggiungere qualche “pezzo” ad un mosaico in disfacimento, senza voler mettere minimamente in discussione niente del loro operato e delle scelte compiute in questo ultimo decennio".
gdn