Passione, garbo e professionalità, "Tanuccio" Luparella: un uomo d'altri tempi

Quel portiere soprannominato Bacigalupo. Se ne va un grande simbolo dello sport arianese

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Il ricordo di un grande uomo

Ariano Irpino.  

Sembra ieri nel ricordare il suo passo felpato e raffinato da uomo modello lungo via D'Afflitto, borsello in mano dalla sua abitazione di via Parzanese al negozio di profumi, borse di pelle e porcellane gestito insieme alla sua famiglia, che ha segnato la storia del commercio arianese nel cuore pulsante del centro storico, di fronte al complesso Giorgione. C'è voluto un pò di tempo per rielaborare al meglio il profilo di un grande uomo venuto a mancare lo scorso 27 novembre all'età di 93 anni.

Con Gaetano Luparella, per tutti Tanuccio, se ne va uno degli ultimi protagonisti di uno sport d’altri tempi, fatto di autentica passione, spirito di servizio, impegno disinteressato.

Negli anni della gioventù ricoprì, in tante formazioni locali ed in particolare nella “Riscossa”, il ruolo di portiere, soprannominato “Bacigalupo” anche per assonanza del suo cognome con quello del mitico portiere del grande Torino, quello di Superga.

Negli anni ’60 e ’70, appesi i guanti al chiodo, fu impegnato costantemente nella dirigenza delle squadre (Spaca e US Ariano) che rappresentavano il tricolle nei massimi campionati dilettantistici dell’epoca, trainate dall’impegno e dai sacrifici di un gruppo di volenterosi: oltre a lui suo fratello Carlo Luparella, Saverio Baritono i fratelli Ettorino, Angelo e Luciano De Pasquale, Tonino Mastandrea, Peppino Intonti, don Carminio Lo Surdo, Luigi Borriello, Filippo Scaglione.

Tanuccio era il tecnico del gruppo, e in diversi di quei campionati a partire dal 69/70 e fino al 75/76 ricoprì anche il ruolo di allenatore, particolarmente apprezzato per il rapporto amichevole e di confronto che riusciva ad instaurare con i calciatori, raccogliendo il testimone da un altro benemerito del calcio arianese, don Giulio Negri, e trainando  la squadra, attraverso i campi caldissimi e non sempre rassicuranti della Campania di quell’epoca, verso le glorie “interregionali” dei successivi anni ’80.

Benchè laureato in giurisprudenza e avvocato non ebbe alcun dubbio, preferì seguire la sua grande passione per lo sport, e quale professore di educazione fisica, prima alla scuola media Mancini e poi all’Istituto tecnico Bruno, fu guida costante e formatore di tanti giovani che si avviavano alla pratica non solo del calcio ma di tante altre discipline, negli anni d’oro dei giochi della gioventù e delle olimpiadi arianesi.

Nell’ambito calcistico, invece, la sua fucina fu la polisportiva arianese, della cui guida tecnica si occupò alla fine degli anni ’70, contribuendo a far emergere tanti giovani talenti che poi avrebbero fatto la storia del calcio arianese: tra tutti Michele e Gaetano Giorgione, Tonino Melito, Gerardo Del Vecchio, Tonino Carchia, Bruno Dell’Infante, Leonardo Surro, Antonio Armonico, Livio Iannarone.

La passione per lo sport e il calcio non lo ha mai abbandonato, il negozio di famiglia di via D’Afflitto, dove trascorreva il tempo libero, è stato a lungo punto di riferimento per tanti appassionati, e soprattutto luogo di dibattito, confronto ed anche scontro, una sorta di permanente “Processo del lunedì”, dove si commentava la partita della domenica e si preparava quella successiva.

Con lui salutiamo un arianese illustre, che nonostante il carattere schivo che lo ha sempre tenuto lontano dai riflettori e da qualsiasi forma di protagonismo lascia un segno indelebile, fatto di concretezza, competenza, garbo e discrezione.